A fine luglio scorso è stata messa a punto dall’Ispettore Giancarlo Cerini una proposta sul “reclutamento dei DS”, sulla base delle risposte a 15 quesiti, dello stesso Cerini, di un Gruppo di una quindicina di persone, individuate tra candidati all’ultimo concorso, capi di istituto (ex e in servizio), dirigenti tecnici, studiosi che si sono misurati con il problema della formazione dei futuri dirigenti.
Le ragioni dell’iniziativa: le situazioni venutesi a creare soprattutto negli ultimi due concorsi, che hanno richiesto interventi della Magistratura e dello stesso Consiglio di Stato per dirimere questioni che hanno, tra l’altro, allungato in misura abnorme i tempi dei concorsi (anche sull’ultimo ci sono ancora pendenze che generano incertezze e difficoltà agli interessati e alle scuole su cui i neo assunti sono stati nominati).
Archivio mensile:Agosto 2019
E COME EDUCAZIONE CIVICA
di Giancarlo Cavinato
QUALE EDUCAZIONE CIVICA (CON RELATIVO VOTO)
Il governo uscente ha prodotto per la scuola due disposizioni fondamentali: la videosorveglianza nelle istituzioni educative per l’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili con l’emendamento al DDL 1248 ‘Sblocca cantieri’ (garantendo così protezione e cura dell’intero ciclo di vita) e la legge n. 92 sull’educazione civica (un revival di grande efficacia soprattutto se accompagnato dalla votazione numerica, indubbio deterrente per bulli e sregolati).
Gianni Rodari: un classico modernissimo
Il 2020 sarà l’anno rodariano e già da settembre molte scuole, soprattutto del primo ciclo, inizieranno a lavorare per preparare le celebrazioni di quello che è ormai riconosciuto come il più importante scrittore italiano per l’infanzia del 900.
Reginaldo Palermo ne parla con Pino Boero, docente di letteratura dell’infanzia presso l’università di Genova e profondo conoscitore dell’opera e del pensiero di Gianni Rodari.
Clicca qui per leggere l’intervista pubblicata sul portale di Tecnica della Scuola
Pubblicato nella GU il Decreto legislativo n. 96 in materia di inclusione
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n. 96 del 7 agosto 2019
Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante: «Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c) , della legge 13 luglio 2015, n. 107».
A proposito dei dati Invalsi. Il solito allarme è giustificato del tutto?
di Marco Bollettino
Proponiamo questo interessante contributo di Marco Bollettino pubblicato nell’ultimo numero della rivista Scuola e Formazione edita da Cisl Scuola
Puntualmente, con la pubblicazione dei risultati dei test Invalsi 2019, si è scatenato il “temporale estivo” dei commenti, ospitati dai principali giornali italiani. Se, da una parte, è positivo che la scuola torni al centro del dibattito pubblico, dall’altro è spiacevole notare che, per alcuni autori, molto visibili e stimati, si è trattato più che altro di un pretesto per denunciare un supposto stato di profonda degenerazione della gioventù moderna, e ovviamente della scuola, iniziato molto tempo fa e aggravatosi nel tempo.
La tesi, sintetizzata facendo un mash up di tre diversi articoli è la seguente: «gli ultimi drammatici dati sulla ridotta capacità di leggere, scrivere e capire un testo, confermano una situazione nota da tempo,» (Augias) una «parabola involutiva che ha interessato gli ultimi 50 anni» (Ronchey) e «non erano necessari i risultati degli ultimi Invalsi per constatare lo stato di declino del livello di apprendimento dei nostri figli» (Recalcati).
La soluzione è presto detta: tornare al passato di una scuola che non c’è più o che, forse, non c’è mai stata; una scuola che seleziona impietosamente, che boccia e i cui insegnanti ricorrano prevalentemente allo strumento della lezione frontale, come si faceva una volta. Ma i dati ci descrivono veramente una situazione così drammatica? In realtà, no.
Educazione civica e Costituzione
di Luciano Corradini
Proponiamo questo interessante contributo di Luciano Corradini pubblicato nell’ultimo numero della rivista Scuola e Formazione edita da Cisl Scuola
Chi pensa, chi suggerisce, chi scrive i provvedimenti per la scuola, si rifà, talora esplicitamente, al pensiero e alle proposte di autori, di esperienze, di documenti più o meno accreditati in sede internazionale. Accade che, nel rapido mutamento degli scenari e di coloro che li elaborano, trasformandoli in norme, si perda il contatto con ciò che appartiene ad un passato nel quale si trovano non solo bozze di norme rimaste nei cassetti, ma anche qualcosa di più “strutturalmente” importante, come il documento fondativo della Repubblica, di cui la scuola è figlia, e in certo senso madre.
Provo a rivisitare gli incunaboli dell’educazione alla cittadinanza, facendo una zumata su alcuni momenti della storia dell’educazione civica, con la memoria di un ottuagenario avanzato, nel tentativo di rinforzare quella che a molti appare come la troppo indebolita considerazione che si riserva alla Costituzione nel curricolo scolastico, col risultato di renderne più povero e precario il senso e le potenzialità formative.
Meno bistecche, più bambini
I principi inglesi Harry di Windsor e Meghan hanno deciso di avere solo 2 figli per ridurre i cambiamenti climatici. A quanto pare anche i reali sono suggestionati da teorie pseudo scientifiche anglosassoni per cui più bambini nascono più aumenta il CO2 che riscalda la terra. E con loro c’è anche l’ex ministro Labour (!!!) della sanità. D’altra parte già Jonathan Swift, l’autore dei Viaggi di Gulliver, nel ‘700 propose di mangiare i bambini per contrastare la carestia delle isole britanniche. Merita riflettere sulla pazzia “scientifica” di alcune teorie. Continua a leggere