Emergenza coronavirus. Un anno scolastico da valutare

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votidi Cosimo Quero, dirigente tecnico

Un recente mio contributo “Per una teoria della valutazione”, sul Forum “Don Milani”, ha proposto una riflessione sulla valutazione “in itinere”, formativa, sottolineandone la funzione di verifica e guida nei percorsi di apprendimento e contemporaneamente di insegnamento.

Ora si tratta di considerare la fase sommativa, conclusiva della valutazione, di bilancio finale di un anno scolastico o di un intero ciclo.
Nel Paese e tra gli addetti ai lavori si dibattono alcuni problemi.
Va subito detto che la recente nota n. 388 del 17.3.2020 del Miur non aiuta in termini di orientamenti chiari sulla situazione dell’anno scolastico 2019-2020.
Non è proponibile nessun dubbio sulla “validità giuridica” dell’anno scolastico dato che l’interruzione del medesimo non è da addebitare a responsabilità degli utenti. La lunga “pausa didattica” in presenza, tuttavia pone problemi di completamento dei programmi e di modalità della valutazione sommativa finale.


Si argomenta sulla “didattica on-line” sulla scuola a distanza. E’ da considerare che buona parte dell’utenza (più o meno il 25% degli studenti) non è in condizione di usufruirne. La stessa didattica on-line spesso si esaurisce nell’assegnazione di “compiti” sul registro elettronico. Interrogazioni, verifiche e conseguenti voti (colloqui ed interazioni docenti\allievi) non diventano possibili per tutti. Non sempre sono chiare le nuove forme di valutazione che la didattica on-line pone: elaborati scritti, dialoghi orali, test e video; restituzione dei giudizi alle famiglie descrittivi sull’andamento del lavoro a distanza, voti, ecc. Tutto ciò può essere attribuito al lavoro personale di ciascuno studente o a contributi di altri protagonisti?

Oltre tutto, occorre distinguere tra valutazione finale delle classi intermedie e valutazione delle classi finali di ciclo.
Per le classi intermedie la valutazione è a carico responsabile dei consigli di classe e riguarda attività e programmi comunque svolti, in presenza o a distanza.
Eventuali interruzioni dei programmi ministeriali vanno compensate l’anno successivo.
Non si tratta di debiti ma di adattamenti strutturali delle discipline (problemi fondamentali, nodi concettuali, strutture essenziali delle discipline). I passaggi di classe possono trovare quantificazione di voto in relazione ad impegno e profitto nel corso delle attività in presenza.
Non è nemmeno opinabile il dubbio sullo scorrimento in alto delle annualità scolastiche. Per le classi terminali di maturità non guasterebbe un rapporto di continuità formativa con le Università. Tuttavia, è chiaro che si tratta di un bilancio finale di ciclo e di sistema, da affidare con serenità ai protagonisti della formazione, commissari interni: occorre giudicare l’impegno e i risultati ottenuti nell’arco dei cinque anni. Chiedere agli studenti di compilare tesi sulle materie studiate? Si può fare, ma con tutti i dubbi e attendibilità sugli autori del lavoro!
Si tratta di ricercare modalità proponibili di scritti e orali on-line. Intanto sino alla data degli esami, è possibile proporre agli studenti lo studio dei nodi principali (le strutture portanti) delle singole discipline. In questo caso, la didattica on-line deve essere proposta ad ogni singolo studente e deve essere possibile raggiungere tutti, anche con le tecnologie adeguate.
In ogni modo, l’interazione docente\allievo deve ripristinarsi, non deve essere interrotto il rapporto (empatico?) tra docenti e allievi. Non è in questione, in alcun modo, la validità giuridica dell’anno scolastico. Si propone comunque l’obbligo del recupero. La didattica on-line per le classi terminali deve poter completare i punti fondamentali dei programmi di studio nazionali.
Certo, si pone all’intero sistema scuola italiano il problema dello svantaggio e del ritardo degli alunni appartenenti alle classi sociali più povere.