Chi c’è dietro la ministra Azzolina ?

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matitadi Aristarco Ammazzacaffè

Certamente l’aver avuto come predecessore un Bussetti Marco è per la Ministra Azzolina una bella sfida, molto difficile da vincere.

Un ministro, il Bussetti, che era riuscito a farsi un nome molto apprezzato in giro e zone limitrofe.
Anche perché aveva conoscenze ampie e alte.
Adesso c’è, tra gli scolastici, chi si vanta di conoscere in profondità Piaget o Riccardo Massa, piuttosto che Morin o Bruner. Il nostro, da par suo, si vantava di conoscere e addirittura frequentare – quando glielo permettevano – nientemeno che Giorgetti e Salvini, suoi ispiratori e numi protettori. Che l’hanno addirittura fatto ministro come Giovanni Giolitti Benedetto Croce. Siamo lì. Questo è il livello di riferimento.
E che l’hanno fatto ministro soprattutto per la sua presa ferma alle parallele (il nostro nasce ‘ginnico’).
Ma anche per il suo fascino, a vederlo così. Avete presente i suoi occhi penetranti, come il suo pensiero? Voleva addirittura fare una riforma della scuola con Salvini e intestarla a sé medesimo. Ricordate? E considerava priorità indiscutibili mettere il grembiule a tutti i bimbi di elementari e medie, come anche installare sistemi di sorveglianza nelle scuole e controlli biometrici per i DS! Pensate!

Uno si sarebbe accontentato di idee, tipo, non so: portare a soluzione il problema del precariato e dell’edilizia scolastica, qualificare gli ambienti delle scuole, formare il personale. Dove tra l’altro avevano fallito i di lui predecessori. No. Lui volava alto. E lo si capiva anche dal suo sorriso. Un sorriso permanente e strutturale; che uno non sapeva mai cosa ci fosse dietro. O anche davanti. Mah! I geni: non sapremo mai di che sostanza siano fatti. Ahinoi!

Tanto che ancora oggi in molti si chiedono: ma il Bussetti Marco ora dove sarà? E pensieri, parole, opere ed opinioni che sono stati suoi, che fine hanno fatto? C’è chi dice che ora lavori a Milano. Ma non ci sono conferme. Leggenda metropolitana?
Qualcuno racconta di averlo visto di notte in viale Trastevere di fronte al ministero e guardare intensamente la finestra del suo ufficio da ministro; pensando forse alle tante cose che avrebbe potuto regalare alla scuola italiana e che la miopia della storia e l’invidia degli uomini gli hanno impedito. È questo il pensiero ricorrente che pare lo assilli adesso. Dicono i suoi intimi.

Ora capite perché la nostra giovine ministra, con questo precedente, non si sbilancia, né si espone, parla e non dice e quando dice, disdice.
La vera ragione – sembra lo pensi anche Recalcati, citando Freud e Jung – è che ha paura del confronto col Bussetti Marco.

Prendete per esempio la questione della valutazione finale degli studenti per questo disgraziatissimo anno scolastico.
Saggia, ovvio, la decisione (brava Ministra! Apprezzamento sincero), vista l’emergenza della pandemia, di ammettere tutti gli studenti alla classe successiva (e di prevedere recuperi al rientro).
Ma sulla valutazione, un sussulto.
– No, s’impunta la Ministra – Il voto c’è e guai a chi lo tocca – Sembra abbia detto a voce alta (Corriere.it del 17 aprile), pensando forse a Carlo Magno e alla sua corona (così almeno la leggenda).
E neanche – ha aggiunto – si pensi al sei politico.
A cui in verità nessuno aveva accennato e neanche pensato.
– Il voto è voto. E se è quattro è quattro. E se è cinque, cinque. O anche otto se otto. Chiaro? Certo sul due o tre o addirittura su uno, avrei qualche dubbio. Comunque creerò su questo una mia task force, come fa Conte, che ne ha addirittura 12. Beato lui! Ribadisco: La scuola è una cosa seria! – ripete, ferma e decisa. Quasi ispirata.

Tanto che qualcuno ha pensato: Chi mai ci sarà dietro? Che le sia apparso Bussetti, e la di lui saggezza e competenza l’abbiano illuminata? Su questo non ci sono fonti ufficiali e fondate per confermarlo. Però… Comunque non sarebbe una fake news – si giura in giro.
Il fatto è che lei la pensa proprio così – se proprio così pensa – E non si sa neanche perché e per come.

Soprattutto per come – confermano i suoi consiglieri convinti (ma solo alcuni) – che questo modo di pensare la valutazione è un’offesa proprio ad una valutazione sensata (che spiega, cioè, e motiva. E così educa – (a volerci inserire anche noi in questo discorso e fare la nostra figura).

Ma lei no.
“È il voto che garantisce – sembra abbia detto in un impeto ispirato (da Bussetti Marco?) – quella serietà e quel rigore che soli potranno salvare la nostra scuola. E vincere anche il Covid 19”.
Così disse. Si dice.
E, a questo punto, solo una domanda: – Ma, Ministra, ci si salva e si vince anche senza Padre Pio e San Gennaro (con rispetto parlando)? –

Qualche rispettoso dubbio.

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