L’erba voglio non cresce a scuola

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di Raimondo Giunta

E’ stato sempre così; quasi tutti ne abbiamo dovuto fare esperienza.
La scuola che tanti di noi hanno fatto non era quella che desideravamo di fare; non era nemmeno quella che sarebbe stato giusto fare. Si è fatto con grande impegno e andando avanti con tanti ostacoli la scuola che era possibile fare.
Se questo andava per le vie ordinarie della vita del sistema scolastico, sicuramente succederà dopo il colpo durissimo che gli è stato arrecato dalla pandemia.
Un’istituzione ferita da tanti anni di saccheggio, come fa a funzionare con la rapidità che si spera e che le esigenze di ritorno alla normalità richiedono?
Come fa a disporre nel giro di poche settimane del personale, degli spazi e degli arredi che sono necessari per rispettare le norme di sicurezza previste a tutela della salute del personale e degli alunni? E gli enti locali costretti allo smart-working saranno in grado di fare la loro parte? Perchè non si dice che a scuola un ritorno alla normalità sarebbe un insperato miracolo?
Perchè continuare con pietose illusioni?
Ne faccio un esempio clamoroso: l’impegno a non installare i seggi elettorali negli edifici scolastici. Mi piacerebbe sapere quanti locali pubblici, immagino, sono disponibili paese per paese, città per città per collocarvi i seggi elettorali; credo che non ce ne siano a sufficienza e che in molti posti non ce ne siano affatto.

Non solo, ma penso che nel caso si trovassero, sarà con molta probabilità necessario riformulare il numero dei seggi e quindi anche gli elenchi degli elettori che ognuno di essi deve ospitare.
Lavoro che deve essere fatto dagli enti locali, dopo apposita delibera sindacale o della giunta comunale o del consiglio.
Quando? Esonerare la scuola dal compito di ospitare i seggi elettorali a me sembra operazione impossibile anche disponendo di tempi lunghi.
Se invece dell’ansia di prestazione ci fosse stato un po’ di buon senso, tutte le elezioni avrebbero dovuto svolgersi prima dell’apertura dell’anno scolastico, rinviandone la data.
E poi, come si fa a non sapere che in ogni tornata elettorale e soprattutto in quelle locali trovare il personale scolastico in servizio è quasi impossibile, tolti quelli che fanno i candidati, i presidenti di seggio, gli scrutinatori e i rappresentanti di lista? Pazienza.
Come da previsione ragionevole, nel mese di Settembre ci toccherà di sorbire le filippiche di quelli che non conoscono la scuola ma la usano contro l’incapacità del governo di salvaguardare l’incolumità del calendario scolastico.