Archivio mensile:Ottobre 2020

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Sopravvivere e non solo. Suggerimenti dubbiosi per la nostra scuola

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di Antonio Valentino

Sopravvivere, e non solo.
I suggerimenti dubbiosi per la nostra scuola
nell’ultimo libro di Mario Maviglia

L’ultimo libro di Mario Maviglia, ‘Sopravvivere a scuola’ – Edizioni Conoscenza -, mantiene in toto quel che promette nel titolo.
Ma alla fine la percezione che ti rimane dentro è qualcosa di più profondo e importante di un semplice discorso sulla ‘sopravvivenza’ a scuola. Non ci si lasci pertanto ingannare dal titolo e neanche dal tono umoristico e ironico – e a tratti scoppiettante – che ne favorisce la lettura.

I sei quadri, di cui si compone il ‘mosaico’ raccontato, vedono come protagonisti, assieme all’Autore, le ‘figure interne’ che la scuola la fanno o che ne sono co-protagoniste: lo Studente, l’Insegnante, il Dirigente, il Personale ATA, il Genitore e la Scuola stessa. Continua a leggere

SERGIO NERI: ovvero come i nostri sentieri si sono incrociati

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Il 18 ottobre scorso ricorrevano 20 anni dalla morte di Sergio Neri e noi lo abbiamo ricordato con una bella intervista a Raffaele Iosa. Cinzia Mion ci ha mandato questo bel ricordo che pubblichiamo anche con l’intento di fornire una ulteriore testimonianza del grande valore professionale e umano di Sergio Neri [red].

Desidero anch’io stendere un piccolo ricordo pieno di affetto e riconoscenza verso Sergio Neri e provare a rievocare come i nostri sentieri si siano incrociati. Non ricordo con precisione quando ci siamo conosciuti. So però di certo che ciò che l’aveva colpito era il mio interesse per la corporeità e la psicomotricità.
Avevo infatti curato nel 1983 , scrivendo anche la prefazione, un piccolo saggio dal titolo “L’adulto di fronte al bambino” di Andrèe Lapierre, per una piccola casa editrice di Treviso,(più tardi ri-editato da Armando) ma che divenne presto noto a chi si interessava ai nidi e alla scuola materna; e a chi insieme a queste istituzioni aveva a cuore anche la prevenzione delle difficoltà relazionali dei bambini molto piccoli.
Lapierre definiva questo intervento precoce “PSICOPROFILASSI”.
Ben presto mi sono trovata ad essere contattata da Sergio, direttore dell’EDUCATORE, per degli articoli che letteralmente mi commissionava.
Come diceva Raffaele Iosa era lui che si faceva vivo o con veloci contatti in presenza – se avevamo l’occasione di incontrarci –  oppure con telefonate o con letterine sbrigative contenenti il titolo del contributo che mi chiedeva e, se era grasso che colava , anche qualche riga che esplicitava un po’ di più. Continua a leggere

Riapertura delle scuole, i dati inquietanti di un’istituzione presentata come sicura

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di Gianfranco Scialpi

Riapertura delle scuole, la Ministra rassicura. I dati forniti da lei, invece dicono altro. Sono tutti in crescita, ipotizzando uno scenario poco rassicurante Alcune riflessioni che rimandano a una serie di
domande.

Riapertura delle scuole, leggendo i dati della Ministra...

Riapertura delle scuole, lo si sapeva che i contagi l’avrebbero toccata.
Questa è la situazione fotografata dal MI:

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Ah be’, si be’… ho visto una Repubblica

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Stamattina ho visitato un luogo che fino ad ora per me era stato o una mediocre trasmissione di Mediaset o una pratica tipica dei giovani statunitensi: sono infatti entrat* per la prima volta in un drive-in.

A darmi l’occasione il mio medico di base, che mi aveva segnalat* sull’apposito portale, perché stat* a contatto diretto con soggetti risultati positivi, anche se non presentavo – e tuttora non presento – sintomi.

Il covid19, da oggetto di troppo spesso grottesche dispute sui “social” e di generico timore personale, parzialmente attenuato da mascherine FFP2, igienizzanti, lavaggio delle mani e osservanza delle regole di distanziamento, era insomma diventato una componente concreta e vincolante della mia vita, biologica e affettiva.
Lo era già stato durante il lockdown, ma questa volta lo dovevo affrontare faccia a faccia.

Intorno alle 10, ho abbassato il finestrino del guidatore e effettuato il tampone: un giovane infermiere (non credo fosse un medico), bardato con tutte le protezioni necessarie, ha preso la mia tessera sanitaria, mi ha chiesto la ragione per cui ero lì, ha preparato la provetta, ha controllato la corrispondenza dei dati, mi ha fatto appoggiare il capo sul poggia-testa della mia vettura e ha prelevato un campione dalle mie narici, dicendomi che avrei avuto l’esito in settimana, dal mio curante.

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Stop alle uscite didattiche fino al 13 novembre. Intervista con Raffaele Iosa

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Con il DPCM emanato il 13 ottobre, il Governo dispone che viaggi di istruzione e visite guidate sono sospese fino alla scadenza del decreto, fissata nelle premesse al 13 novembre prossimo.
Il decreto parla anche di “uscite didattiche comunque denominate”: in altre parole non sarà possibile neppure uscire dalla scuola per andare a piedi fino alla biblioteca comunale o nel centro cittadino per studiare da vicino un monumento.

Nella nostra video-intervista il parere dell’ex dirigente tecnico Raffaele Iosa.

 

La centralità dell’insegnante

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di Raimondo Giunta

  • DALL’INSEGNAMENTO ALL’APPRENDIMENTO.

Nel processo di formazione l’insegnante svolge opera necessaria di  mediazione tra il sapere costituito e il bisogno di apprendere dell’alunno; un bisogno che non può essere preso a pretesto per volerne la sottomissione, perché la funzione e la posizione dell’insegnante non possono essere sostenute da alcuna pretesa di potere sugli alunni. Ciò nondimeno, anche sgombrate da ogni forma  impropria di autoritarismo la funzione e la posizione dell’insegnante, da qualche tempo e da più parti  sono state sottoposte a critiche severe, alcune delle quali più suggestive che fondate.

Si sa che la scuola e quindi l’insegnante non sono più nella società attuale  gli unici dispensatori delle conoscenze, divenute ormai  reperibili in ogni momento e in ogni luogo.
Che non siano più gli unici, non vuol dire che non debbano più svolgere la funzione di trasmetterle o che non lo possano più fare.
Questo comporta che con chiarezza debba essere circoscritta, indicata e valorizzata l’area specifica che in questo campo attiene alla scuola e che solo a scuola può essere coltivata.
Fatto che richiede specifiche  prestazioni professionali, connesse necessariamente alla funzione magistrale dell’insegnante, alla sua responsabilità di orientamento e di direzione nei processi di formazione.

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