Giancarlo Cerini se n’è andato, in punta dei piedi

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Una foto recente di Giancarlo Cerini, per gentile concessione di Raffaele Iosa

di Cinzia Mion

Ciao Giancarlo, un groppo in gola mi toglie il respiro e mi impedisce di parlare ma ti sto pensando senza tregua da quando ho saputo che te ne sei andato.
Anzi ti sto pensando intensamente e con apprensione da quando ti sei ammalato. Da quando ho saputo che eri ricoverato nello stesso reparto dov’era a suo tempo Beatrice…
Un pensiero costante che ogni tanto si coaugulava in messaggini senza risposta. Qualche volta Loretta , cui mi rivolgevo quando l’ansia era insopportabile, mi dava notizie, quasi mai rassicuranti. Ad un certo punto la ripresa, sia pur cauta, la ricomparsa in pubblico…le tue foto con il viso scavato, la barba bianca inusuale, l’aspetto da asceta. Avevi un sorriso dolce come se ti scusassi di averci preoccupato.

Te ne sei andato in punta di piedi. Vorrei rimproverarti per questo. per non avermi permesso di esserci con il pensiero, accanto a te, insieme a Loretta e ai tuoi splendidi nipoti, di cui eri molto orgoglioso, come avevo potuto verificare l’ultima volta che siamo stati insieme, a settembre del 2020, a Marina di Ravenna, per salutare l’estate che ancora era splendente ma che dopo un po’ se ne sarebbe andata. Ero a Ravenna per una formazione e mi hai fatto il regalo di invitarmi a cena con voi. C’era una tregua nella pandemia…Ci si poteva incontrare! Fu l’ultima volta che ti vidi.
Mi sembra di conoscerti da sempre. Quando ci siamo visti la prima volta? Sai che non lo ricordo? Dall’approvazione dei programmi della scuola elementare del 1985 alla legge 148/1990 istitutiva dell’organizzazione modulare, fino agli Orientamenti per la Scuola dell’Infanzia del 1991 e alla riscrittura delle Indicazioni Nazionali del 2012. Una stagione di Riforme.
I ricordi con Sergio Neri e con te si sovrappongono…
Siete stati due mentori per me, mi avete entrambi valorizzata e spinta a scrivere per la scuola e per le vostre riviste. Per “l’Educatore” Sergio, e tu prima per la Tecnodid e poi per al “Rivista dell’Istruzione”. Sempre attento a cogliere gli argomenti adatti su cui farmi impegnare. Eppoi i convegni insieme, le formazioni insieme….
Tu aprivi l’argomento con la tua modalità sempre convincente, persuasiva, innovativa e profonda. Sempre ottimista. Ti ricordi però che non riuscivi a fermarti? Chi doveva parlare dopo se ne accorgeva. Eccome…Ridevamo insieme dopo per questa tua modalità che però ti lasciava perfettamente indifferente. Come un bambino che faceva spallucce. Scommetto che anche ora le fai. A Cerini infatti nessuno osava dire che il tempo era finito….Eri un relatore ambito, apprezzato, ricercato da tutti.
Hai sventrato l’Italia per portare in giro e diffondere il tuo amore per la scuola e i bambini. Alla fine per i più piccoli. Detto in modo sintetico: Per lo “0-6”…
E i ricordi ventennali di Camaldoli ? Lascio a Maurizio Monti il privilegio di ricordare i mitici convegni che ci hanno visto insieme in quel luogo bellissimo ed evocativo…
Quanta dedizione Giancarlo, non era possibile non ritrovarci contagiati da te…
E che dire del legame di complicità che ci univa quando qualche notissimo giornalista o politico un po’ sbruffoncello osava intervenire a parlare di scuola rimpiangendo predelle o modalità di valutazione elitaria, invalidando tutto l’impegno che mettevamo per realizzare una scuola inclusiva? Mi mandavi una mail veloce ed era come se mi strizzassi l’occhio : fai tu, pungi come sai fare. Poi magari : mammamia sei andata giù pesante…Poi però: ma se lo meritava!!!
Ricordi le risatine soffocate? Tu eri un mediatore nato. Spinta dalla ribellione verso ciò che non mi trovava accondiscendente, mi sono trovata qualche volta a pensare che eri anche troppo mediatore. Tu sei sempre stato prudente, accorto, ottimo conoscitore delle dinamiche di palazzo. Ti ricordi Giancarlo quando mi hai scritto: ^Ho capito che tu hai nel sangue proprio la vocazione a fare “l’ardita del popolo”^ e poi ti sei dilungato a spiegarmi chi erano nella storia “gli arditi”?. Mi è piaciuto essere definita così. E tu lo sapevi che mi sarebbe piaciuto.
Il MIUR e i vari Ministri ti hanno apprezzato molto: riconosciuto per presiedere varie Commissioni ma mai fino al punto da chiamarti a fare il Capo di Gabinetto del ministro di turno oppure a ricoprire la carica di sottosegretario. Ricordo che una volta ci sei andato vicino. Noi avremmo voluto vederti Ministro, a dire il vero però per arrivare a tanto bisogna indugiare in pratiche di seduzione-servilismo politico che non ti sono mai appartenute.
Ciao Giancarlo. Proverò ad abituarmi al pensiero di non vederti più. Non sentirti più. Non leggere più sul web le notizie dei tuoi nuovi lavori appassionati ed intensi rivolti alla crescita dei bambini che tanto hai amato. Ma sarà molto difficile.