Il piano estate non significa stare nelle aule

   Invia l'articolo in formato PDF   
image_pdfimage_print

di Giampiero Monaca

Leggo con emozione la circolare ministeriale che presenta il piano scuola estate 2021.
Leggo molti commenti preoccupati da parte di insegnanti, sinceramente preoccupati riguardo alla inopportunità di sottoporre alunni e studenti e docenti, ad un extra carico di lavoro in aule torride, dopo un anno faticoso, spesso opprimente ed ansiogeno.
Non mi pare che in nessuna parte della nota 643 del 27-04-2021 venga proposto di tenere le scuole aperte riempiendole d’estate di studenti ed insegnanti per sottostare a pesanti lezioni aggiuntive in ambienti inospitali e posizioni di lavoro statiche ma,  al contrario, che si auspichi l’apertura delle scuole quali portali sul mondo, riportandole ad essere fulcro culturale, riferimento ideale per le comunità e sui territori sui quali insistono, svuotandole per molte ore al giorno di alunni e docenti, i quali si slanciano a esplorare, sperimentare, apprendere, vivere e rendere vivo il territorio.
Gli edifici scolastici vengono ad assumere così più una funzione di supporto alla sintesi degli apprendimenti esperienziali vissuti fuori ed eventualmente a diventare risorse per eventi culturali organizzati dagli studenti stessi, a disposizione della comunità locale.
Personalmente, credo che questo modello di apprendimento sia da realizzare tutto l’anno e non solo in via straordinaria in estate, difatti, nella nostra scuola primaria statale di Serravalle d’Asti, da 4 anni, insieme alle colleghe e alla comunità educante che da quattro anni ha scelto di vivere l’esperienza didattica conosciuta come “Bimbisvegli”, viviamo una scuola aperta, diffusa, cooperativa, solidale, ed all’aperto anche tutto il resto dell’anno.


Il ministero propone, a partire dall’estate 2021, attività di recupero relazionale e di apprendimento cooperativo e compensativo, interconnessione tra discipline… noi rispondiamo con entusiasmo: “siamo pronti”, a Serravalle d’Asti lo abbiamo già sperimentato l’estate scorsa 2020 durante il “green campus Bimbisvegli
Durante il lock down, come comunità educante, nei lunghi mesi di limitazione dei contatti sociali e di inaridimento delle relazioni tra pari, abbiamo patito tutti, adulti e giovani. A giugno, pensando alla ripresa di settembre, ci siamo chiesti in quali condizioni, psicofisiche e cognitive ci saremmo ritrovati e cosi abbiamo pensato di iniziare subito a creare ponti relazionali per riprendere alcuni apprendimenti (operazioni matematiche, lettoscrittura, comprensione testo, inglese, nozioni e orientamento nel tempo e nello spazio).
Abbiamo così proposto alla dirigente del 5 Circolo di Asti un progetto di recupero, ritenendo urgente ed essenziale approntare una proposta educativa che ponesse argine al trasferimento in virtuale di contatti ed interazioni, per accogliere il grande bisogno di contenimento emotivo di bisogni evolutivi primari quali l’interazione, il gioco libero, l’apprendimento cooperativo, l’associazione di idee, l’inferenza basata su esperienza, la tattilità,  la sensorialità, il confronto, la concertazione.
Tale progetto non è però stato accolto tra le attività formali di recupero del nostro circolo didattico. Ritenendo essenziale l’attuazione della nostra iniziativa, ci siamo comunque organizzati, configurando il campus come centro estivo, organizzando tutto senza intervento o copertura scolastica, ottenendo uso locali (usati poi pochissimo perché siamo stati all’aperto nei boschi il 90% del tempo) e interfacciandoci in modo assai proficuo, con il Comune di Asti.
La Facoltà di Scienze Umane dell’Università di Macerata, ha svolto una ricerca specifica sulla nostra esperienza pilota, recentemente pubblicata e presentata durante il convegno organizzato da UNIMC “L’educazione è fuori” cui ha partecipato la ministro Azzolina il cui panel era composto da Anna Ferraris Oliverio, Paola Nicolini, Gianni Marconato, Antonino Attanasio, Paolo Mottana, Giuseppe Paschetto, Giampiero Monaca, Jose Mangione e Laura Parigi.
L’esperienza vissuta è stata valutata positivamente da tutti sia a livello soggettivo dai giovani partecipanti e dalle famiglie, sia attraverso l’analisi oggettiva dei dati raccolti. Siamo pronti a ripetere l’iniziativa anche per l’estate 2021, auspicando che essa possa trovare spazio tra le attività ufficiali di recupero, rinforzo e potenziamento formativo del 5 circolo di Asti.
Saremmo felici di poter mettere a disposizione di tutti, attraverso il Ministero, sia i dati quantitativi raccolti che il bagaglio esperienziale vissuto e messo a frutto dalle nostre bimbe e Bimbisvegli al fine di motivare insegnanti ed associazioni di 3 settore a replicare su vasta scala esperienze come quella vissuta da tutti noi.
Non è un’operazione immediata, si tratta di un cambio di paradigma, ma credo che si potranno realizzare esperienze preziose, credendo in una scuola fulcro di un rinnovamento della società verso una dimensione più cooperativa e solidale, creando sinergie tra docenti (garanti dei processi di apprendimento) ed educatori (professionali, ambientali e del 3 settore esperti in organizzazione di attività educative laboratoriali ed esperienziali ) appoggiandosi a risorse territoriali, vivendo così , finalmente una scuola diffusa dentro e fuori dalle scuole.
Se noi insegnanti non cambiamo la didattica e l’intenzione politica del nostro agire ed essere Scuola, si potranno rinnovare lavagne, banchi, spazi finché si vuole, ma non ci sarà vera evoluzione. Tutta la bagarre su rotelle o lavagne o su scuola estiva contrappone COSE e lascia fuori i PRINCIPI.
Personalmente penso che trovare un modo per far incontrare la didattica istituzionale con la pedagogia innovativa ed esperienziale ed il 3 settore sia un’opportunità grandiosa (se basata su un sincero spirito volontario dei singoli) per render più intense le relazioni e più funzionale il rapporto educativo. Può essere un primo passo verso la progressiva reale apertura e diffusione della scuola sul territorio e sulle sue opportunità.
È però fondamentale che nelle équipe miste che si formeranno : tutti siano equipollenti e che sia l’equipe stessa (formata da insegnanti, educatori, volontari, scout animatori) a dover stabilire , in base all’analisi del gruppo e delle proprie risorse, tutte le linee guida educative e non che esse siano calate dall’alto come in un appalto cui attenersi. Altrimenti salta tutto.

E qui trovate il racconto delle 4 settimane realizzate nell’estate 2020

Preistoria da scoprire
Una settimana da Dèi
Cronache celtiche
Mamma li Turchi