“Scuola estiva”: reazioni stizzite, persino ostili

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di Emma ColonnaStefanel

Qualche considerazione a caldo a proposito di ‘scuola estiva’.
Ho visto reazioni stizzite, quando non ostili. Certo, la scuola non ce la fa più, dopo tanto affanno, e non c’è dubbio che l’idea di dover pensare anche all’estate (al di là del fatto se poi si darà la propria disponibilità, bisogna comunque pensarci, proporre, pianificare, organizzare, e bisogna farlo ora) può non piacere. Anzi, diciamolo francamente: la reazione diffusa è di fastidio, e il sentimento prevalente è quello di non volere rinunciare alla parentesi estiva vissuta e soprattutto pensata come indispensabile ‘ricarica’, per grandi e piccoli.

Però, se ci pensiamo bene:
1. Se le scuole sono aperte d’estate è un bene per tutti
2. Il fatto che finiranno per andarci solo gli ‘sfigati’ dipende da quello che si fa
3. E’ questa la vera scuola? Detta così, mi sembra un dibattito davvero sterile. Ogni istituto scolastico farà quello che può, ma una cosa è certa: sarà ogni scuola, e nessun altro, a proporre il suo modello, e a individuare tutte le risorse su cui contare
4. E gli insegnanti? Non ci nascondiamo dietro un dito. A me sembra un’ottima idea quella dell’adesione volontaria. Vuol dire che chi sceglierà di farlo sarà motivato, e questa mi sembra un’ottima partenza.
5. Per le stesse ragioni, è un’ottima idea anche quella di lasciare alle scuole gran parte dell’iniziativa.

Ciò detto, chi ha filo tessa. Questa volta dipende da noi. Andateglielo a raccontare voi, a quei genitori che sbattono la testa per gran parte del mese di giugno e di luglio, e pagano fior di soldi ai centri estivi. Ma noi non siamo un parcheggio! – è l’obiezione. Certo che no, infatti le proposte educative e culturali delle scuole saranno di gran lunga migliori di tutto quello che ha circolato fino ad ora durante l’estate. Alla fine è solo questo quello che conta: il senso della proposta di una scuola, e la qualità di quello che si mette in campo. L’Italia è ricca di città d’arte, di luoghi meravigliosi dove fare scuola all’aperto, di una vivacità culturale diffusa a cui si può attingere.
La scuola non può che guadagnarci. Basta volerlo, e avere il coraggio di mettersi in gioco.
L’abbiamo detto tante volte in questi mesi che siamo in una situazione eccezionale che richiede risposte non scontate. Dipende solo da noi dare un senso a questa cosa. E’ una scommessa. Io ci proverei