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Libertà vo’ cercando, ch’è sì cara!

Stefaneldi Carlo Baiocco

(Punti e spunti di riflessione, espressi in modo disordinato, conciso ed essenziale, proposti per l’attuazione di un programma di interventi, pratici e concreti, che possa contribuire a restituire funzione, dignità, benessere e libertà alla scuola e agli insegnanti)

 

–  Recupero dell’immagine sociale ed economica della professione attraverso il riconoscimento di un ruolo unico professionale pubblico con stato giuridico non impiegatizio;
– equiparazione dei contratti a quelli dei professori universitari;
– stipula di contratti annuali pubblici ed autonomi, specifici per la scuola;
– recupero pieno e vero dell’autonomia scolastica;
– eliminazione delle reti di ambito nonché delle scuole “capofila”:
– diritto all’obbligo scolastico elevato a diciotto anni;
– cancellazione della sperimentazione della scuola secondaria di secondo grado ridotta a quattro anni;
– investimenti annuali, seri e ponderosi sulla scuola e soprattutto sulle scuole presenti in aree disagiate;
– eliminazione dell’autonomia differenziata regionale e delle “gabbie salariali” per gli insegnanti;
– aumenti salariali equiparati almeno alla media delle retribuzioni degli altri paesi europei e svincolati dal livello dell’inflazione programmata;
– introduzione della quattordicesima mensilità per tutti gli insegnanti;
– utilizzo delle risorse e dei fondi del PNRR per la messa in sicurezza ed a norma antincendio ed antisismica delle scuole e per l’eliminazione delle barriere strutturali, per il miglioramento del trasporto scolastico, della disinfestazione da topi, blatte e zanzare e la riqualificazione, anche quella eco-sostenibile, degli spazi interni ed esterni (cortili, aree verdi …), delle mense, palestre, laboratori, biblioteche, “teatri”, degli ausili didattici per alunni disabili e con disturbi specifici, delle aule e suppellettili, dei presidi igienico-sanitari, magari anche dell’acqua calda, e, soprattutto, dei bagni, ormai quasi sempre ridotti a cessi orripilanti;
– cancellazione del nuovo piano di dimensionamento scolastico;
– revisione di tutti gli “accorpamenti” e “dimensionamenti” fin qui fatti; Continua a leggere

Caronte… chi era costui?

di Carlo Baiocco

… Caronte … Caronte, uhm … chi era costui? E perché proprio Caronte? Caronte……ferocia illuminata! Caronte, il nocchiero di “uomini che furono”! Caronte, il traghettatore d’anime! Colui che conduce le anime nell’oltretomba! Caronte, psicopompo che trasporta i nuovi morti da una riva all’altra! Caronte, figlio di Tenebre e Notte!

Egli è nient’altro che un’entità neutrale, un “messaggero” di ciò che è al di qua e al di là, che collega mondo sensibile e mondo insensibile! Caronte non giudica, Caronte si limita a trasportare! E l’Acheronte non è altro che “il fiume del dolore”! Egli è demiurgo, egli, in fondo, è salvatore; egli è colui che accompagna nel passaggio, nella metamorfosi da vivo a morto, a morto per sempre! Solo pochi sono i vivi che ha condotto, solo pochi sono andati e, soprattutto, son tornati vivi, dopo che Caronte li ha depositati sull’altra riva! Caronte agisce, non fa domande e non si fa domande! Anch’egli, in fondo, è un dannato, dannato a ripetere sempre gli stessi gesti, lo stesso percorso! Egli, avido e crudele, guarda … sotto la lingua, guarda dentro gli occhi, alla ricerca dell’obolo! Ognuno sa, che senza l’obolo, senza le monete, non sarà accolto e vagherà tra le nebbie per cento e cento anni ancora! ………….

E tante, veramente tante sono le analogie con ciò che, purtroppo, è ora!
Tante le analogie con le cosiddette “tragedie del mare”.

Ehm … sì, perché poi, a pensarci bene, i toni lamentosi con cui quest’ultime vengono annunciate non sono altro che ipocrisia! Ma, in fondo, se nel profondo del Mediterraneo, che qualcuno (sigh!) vorrebbe e ritiene ancora “nostrum”, finiscono o continuano a finire migliaia di “anime perse”, a chi vuoi che gliene freghi qualcosa! Tutti a battersi il petto ed a gridare: “Vergogna!”, quando centinaia di corpi riemergono dal mare e centinaia di bare si allineano sulle spiagge. Continua a leggere

E’ ora di andare …

di Carlo Baiocco

I ragazzi, nonostante i loro notevoli cambiamenti, nonostante siano generalmente sempre più demotivati, smarriti, disorientati, trascurati e sofferenti e, molte volte, malgrado anche i loro assenti, lamentosi, pretenziosi, iperprotettivi, invasivi ed intrusivi genitori, sono e restano pur sempre meravigliosi e combattivi, ma la Scuola ormai, ospitata spesso in strutture penose, fatiscenti e non a norma, spinta e ridotta a pie’ sospinto in vincoli, catene e macerie da sterili, ripetitivi, pressanti mansionari impiegatizi, da prepotenti, manichee standardizzazioni ipervalutative, da tassonomie fuorvianti e demagogiche, da sigle vuote ed insensate e da normative fortemente illiberali, dissennate e mortificanti ed abitata per lo più da dirigenti saccenti, presuntuosi, incapaci, inetti, evanescenti ed autoritari ed insegnanti sudditi proni, cortigiani imbelli e del tutto indifferenti allo sfascio, è ridotta pressoché ad un deserto di sentimenti oppure, sempre più spesso, ad una barbarie di sentimenti.

Quasi tutti tacciono, chi può fugge e chi non può vorrebbe fuggire!
È ora che chi, come me, ne ha conosciuto l'”età dell’Oro” e ci si dibatte, sia pure rannicchiato in buna nicchia in cui più nessuno, per indifferenza, deferenza e timore, ha l’ardire di rompergli i gabbasisi, si faccia finalmente da parte!… da brillante, aggiornato, preparato, attivo, fattivo, appassionato protagonista ad inquieto, ribelle, oppositivo antagonista ed, infine, a rassegnata comparsa scomparsa!
Il mio pregresso “curriculum scholae” è davvero vittorioso, assai vasto ed “alto”, ma il mio cuore, ora, è davvero assai perdente e straziato!

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E noi, insegnanti, nonostante tutto…

bambini_maestradi Carlo Baiocco

“Homines, dum docent, discunt!“
Sì, è vero, è proprio vero: gli uomini, mentre insegnano, imparano! E come… imparano!
E noi insegnanti, prima di imparare a parlare dei ragazzi, dovremmo imparare a parlare di noi stessi e di loro stessi, …… per loro e con loro! E, soprattutto, dovremmo imparare …. ad ascoltare!

A quasi tutti noi insegnanti piace, ancora e tanto, insegnare la/e nostra/e disciplina/e!
Perché ……………….,
nonostante il Ministero, nonostante le Istituzioni e la Società siano sempre più lontanissimi e ci abbiano lasciati sempre più in … quieti, soli, logorati, frustrati, sfiduciati, delusi e demotivati e nonostante la nostra immagine sociale e professionale sia ridotta al minimo anche a causa di una busta paga assolutamente miserabile, a quasi tutti noi insegnanti piace, ancora e tanto, insegnare!

E, noi, nonostante, bene o male, siamo preparati solo per insegnare bene o male, finiamo, prima di insegnare, mentre insegniamo e dopo aver insegnato, per svolgere tanti altri “mestieri”!

Facciamo con alacrità un po’ di tutto, forti ed “innamorati” del nostro lavoro, in quest’epoca di “passioni tristi”, con rassegnazione ed orgoglio indomabile e lo facciamo continuamente, impetuosamente, amorevolmente, come meglio sappiamo e possiamo!

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Della DaD … e dei … Confederali

computerdi Carlo Baiocco

Nella DaD, attraverso la DaD e nella confusione normativa dell’insipienza, evanescenza e prepotenza del MIUR, si sta perpetrando un ulteriore micidiale attacco ai lavoratori tutti della Scuola e stanno passando ormai enormi limitazioni alla libertà di insegnamento, stravolgimenti pericolosissimi dell’insegnamento stesso e della stessa pedagogia e notevolissime limitazioni ai diritti, alle tutele e garanzie, limitando e mortificando vieppiù gli organi collegiali e dando sempre più prerogative totalitarie ai Dirigenti scolastici.

Voi, sindacati “legali ed autorizzati”, dovreste non limitarvi a gongolare per i vostri privilegi e dovreste battervi per estendere i diritti di parola e rappresentanza anche ai sindacati di “base” e, poi, magari, dovreste, soprattutto in questi momenti, dimostrare, insieme, unità d’intenti, forte spirito di resilienza e contrastività e tenace, chiara capacità propositiva e, finalmente, d’azione!

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Contro la didattica e la valutazione per “competenze”

rete_numeridi Alessandra Fantauzzi e Carlo Baiocco

Le ragioni principali che vengono addotte per sostenere l’esigenza di una  formazione scolastica “per competenze” sono due:
(a) la necessità di mettere in relazione le conoscenze con il loro uso pratico già nel processo di apprendimento e poi nella vita sociale e professionale e di non isolarle a un livello teorico scisso da quello sperimentale;
(b) la possibilità di misurare mediante le competenze il “valore aggiunto” ottenuto a scuola, in quanto esse sarebbero misurabili a differenza delle conoscenze.

In realtà, la prima motivazione è banale, perché l’esigenza di non scindere la teoria della pratica non è una scoperta della pedagogia moderna, ma semplicemente la caratteristica di qualsiasi buon insegnamento, da Socrate in poi. Soltanto chi non conosca la storia della cultura scientifica e del suo insegnamento può credere che qualcuno possa mai aver seriamente pensato che sia possibile apprendere la matematica senza fare esercizi e applicazioni o che la fisica possa ridursi all’apprendimento astratto di leggi teoriche.

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