Aldo Pallotti ricorda Mario Lodi

bigliettoauguri2 marzo 2014
2 marzo 2017

Carissime amiche e amici, gentilissime colleghe e colleghi,

sono tre anni che Mario Lodi ci ha lasciato ed io mi permetto di rubare un po’ della vostra attenzione per ricordarlo assieme a voi.
E come gli altri anni non sento il bisogno di ricordarlo come pedagogista, come scrittore, come bravo artista, in quanto nella mia libreria i suoi libri sono tutti presenti, alle pareti del mio studio sono appese quattro sue incisioni, fra pochi giorni racconterò nella Casa delle Arti e del Gioco la meravigliosa avventura di A&B che abbiamo vissuto insieme, e nel mese di marzo leggerò, in tutte le classi della scuola di Sulbiate, tanti racconti inventati dai miei scolari e riscritti da Mario.
Lo voglio ricordare, come già ho fatto negli anni precedenti, come persona bella e buona, come amico sincero di cui veramente, senza falsa retorica, sento profondamente la mancanza.
Mi permetto di farlo raccontandovi due episodi che fanno capire quanto fosse bello e gratificante essere suo amico e collaborare con lui.

Prima un ricordo più vecchio, del mese di maggio 1984.
Eravamo coinvolti in modo intenso nell’esperienza di A&B, l’unico giornale italiano ed europeo ad essere scritto interamente dai bambini ( nel quale gli adulti avevano un ruolo solo organizzativo e redazionale ).
Mario rispondeva con grande attenzione e cura alle decine e decine di lettere che ogni giorno riceveva da tutta Italia; era un lavoro che lo assorbiva interamente. Alcune mattine si alzava alla 5 per riuscire a dare risposte a tutti i bambini e a tutte le classi che gli scrivevano.
Questo impegno ha forzatamente diminuito la sua disponibilità a collaborare in modo continuo con le classi dei suoi più stretti collaboratori e dei suoi amici, che spesso visitava o che accoglieva a Piadena.  E di questo Mario si dispiaceva moltissimo.
Il suo scritto per comunicarci questa situazione è dolce e commovente:
La cosa che mi pesa di più non è la stanchezza fisica, ma l’impossibilità di rispondere tempestivamente ai vostri bambini e di accogliere i loro inviti a passare una mattinata insieme.
Come vedete, dovrò fare alcune scelte dolorose ma necessarie e spero che mi aiuterete, cercando di comprendere la mia situazione. Se non potrò essere presente di persona, cercherò di esserlo almeno con lo scritto.  E se le risposte tarderanno, non pensate male di me: leggo tutto quello che mi scrivete e siete presenti nel mio cuore perché siete i miei più cari amici.
Vi abbraccio

Nel 2009 solo a lui ho confidato, con una lettera, un mio serio problema personale, che mi faceva soffrire intensamente e che ha cambiato un po’ la mia vita.
Mario mi ha risposto con una lettera straordinariamente efficace, da bravo psicologo e da grande amico: ha preso in considerazione quello che gli scrivevo senza sminuirlo, considerandolo come un problema davvero serio, però mi ha indicato la via per cercare di renderlo meno opprimente.
Ricordo la dolcezza delle sue parole con le quali mi invitava a trovare la forza per tirarmi fuori dai miei pensieri grigi con l’aiuto della nipotina che stava per nascere, e per la quale ha sempre avuto pensieri affettuosi:
l’arrivo di una bambina riesce con l’amore a dissolvere le nubi nere che generano cattivi pensieri.   Ma il tuo diventare nonno per lei deve accompagnarsi a quello che sei stato per tanti bambini: il maestro che ha insegnato loro a scalare la grande montagna.

E poi, dopo altre dolci parole dense di significato, una frase di chiusura che non potrò mai dimenticare:
Vincere la solitudine è un passaggio vitale. Dai, che ce la facciamo!      Ciao. Mario.

Quel “dai, che ce la facciamo!”, nella sua semplicità e nella sua grande intensità, è stato un modo incredibilmente bello per dirmi “guarda che io ci sono, che io sono vicino a te, questi problemi li sento come miei e io ti aiuterò in ogni modo”.
A distanza di nove anni, ogni volta in cui ripenso a quella frase, la sento come una straordinaria dichiarazione di amicizia.

E per chiudere condivido con voi uno dei tanti biglietti di auguri “personalizzati” che Mario inviava ai suoi amici; questo è per il Natale 2002, con la scritta “Tanti auguri belli”.
Tanti auguri belli anche a tutti voi.

Aldo

bigliettoauguri

 

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