Il bene nel mondo è un testo non molto noto di Carleton Wasburne, il pedagogista statunitense al quale si devono i primi programmi post-fascisti della scuola elementare.
Il capitolo introduttivo di questo libro è di una attualità straordinaria.
Ecco le parole con cui si apre.
“Gli uomini di tutto il mondo si sono legati gli uni agli altri. Attraverso lo scambio di idee e di beni, dovunque gli esseri umani sono venuti a dipendere da innumerevoli altri esseri umani in tutte le parti del mondo. Adesso, come mai prima d’ora, noi siamo letteralmente tutti membri l’uno dell’altro. Questo fatto è così facile da dimostrare e così universale che è difficile capire perché tanti di noi pensino e sentano e agiscono e agiscano come se esso non fosse vero”.
E, più avanti.
“Questo libro alla luce delle conoscenze e delle esperienze disponibili suggerisce vie che possono essere provate da insegnanti, in collaborazione con i genitori, per aiutare i fanciulli e la gioventù a crescere in modo tale da essere in grado di contribuire ad una società mondiale in cui vi sia un massimo di cooperazione pacifica e in cui i problemi non risolti siano affrontati costruttivamente e in un modo che trattenga il mondo dal precipitare in una guerra suicida”.
Forse, per migliorare il testo delle Nuove Indicazioni 2025 predisposto dalla “Commissione Perla”, potrebbe bastare fare riferimento a qualche pagina di questo libro di Carleton Washburne, scritto nel 1954, più di 70 anni fa.