La deputata Tenerini ha depositato una proposta di legge per introdurre l’intelligenza artificiale nel curriculum della secondaria: un’ora alla settimana nell’area STEM, con modalità da definire da parte dei singoli OO.CC.
Non è necessario essere un addetto ai lavori per intuire che la firmataria del documento non sa bene di cosa parla. Mancano i dovuti riferimenti all’intelligenza artificiale generativa e – soprattutto – non vengono declinate le “nozioni (sic!) di base che governano i processi che governano l’intelligenza artificiale”.
Impresa che sarebbe per altro velleitaria, dal momento che le macchine statistico-predittive su base induttiva si traducono pervasivamente in una gigantesca filiera di applicazioni in continuo adattamento ed evidente perfezionamento, grazie al pullulare di utenti che accettano e apprezzano interazioni fondate sulla cattura e sulla recinzione della conoscenza collettiva.
Tra questi ci siamo notoriamente anche noi: abbiamo perciò pensato di anticipare i tempi fornendo a chi sia interessato materiali didattici confrontabili tra di loro, ovvero due letture della proposta di Tenerini realizzate in chiave sarcastica da ChatGPT e da Gemini.
P.S.: le nozioni di base sono “Assistenza alla scrittura” e “Sentiment (approccio, prospettiva)”
ChatGPT
“Una geniale rivoluzione”: l’IA sbarca a scuola (finalmente!)
Per chi fosse rimasto nel 1995, sappiate che il mondo sta cambiando. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando tutto, dal modo in cui facciamo la spesa al modo in cui sbagliamo le previsioni del tempo. In tutto questo fermento futuristico, anche la scuola italiana — notoriamente rapida e flessibile come un transatlantico — ha deciso di svegliarsi. Miracolo! La deputata Chiara Tenerini (Forza Italia) ha depositato una proposta di legge per introdurre l’IA nei curricula scolastici. Ebbene sì: un’ora a settimana per parlare di algoritmi. Uno tsunami educativo.
L’idea brillante: un’ora alla settimana per illuminare le menti
Secondo l’onorevole Tenerini, un’ora settimanale di IA nelle scuole secondarie (medie e superiori) basterebbe per formare cittadini digitali critici e consapevoli. Che dire, se bastasse un’ora a settimana per capire davvero cosa sia l’intelligenza artificiale, Harvard chiuderebbe domani.
Ma attenzione: non è solo teoria. La proposta, composta da ben cinque articoli (wow!), stabilisce pure che i docenti debbano essere formati. Tradotto: insegnanti già oberati da mille corsi dovranno anche imparare cos’è ChatGPT. Ma niente paura: ci saranno “esperti del settore” ad aiutarli. Perché nulla dice “scuola pubblica efficiente” come consulenti esterni strapagati.
Soldi? Ma certo, ce li abbiamo!
La legge prevede 20 milioni di euro l’anno. Una cifra che, come tutti sanno, è perfettamente sufficiente per rivoluzionare 7.000 scuole, aggiornare decine di migliaia di docenti, e magari anche comprare qualche robot da mettere in aula per far scena. Basta crederci!
L’Italia, pioniera… del ritardo
Mentre paesi come la Cina investono miliardi e formano intere generazioni di studenti-IA-dipendenti, noi partiamo con una lezione a settimana e tante buone intenzioni. Ma ehi, meglio tardi che mai! Anche perché pare che l’I.C. “Perna” abbia già un curriculum verticale sull’IA che parte dalla scuola dell’infanzia. Geniale: bimbi di tre anni che riflettono sull’etica del machine learning mentre colorano un gatto.
Sfide? Figurarsi!
I problemi ci sono, certo, ma si risolveranno magicamente: la formazione dei docenti, l’integrazione nei già compressi orari scolastici, il rispetto del GDPR, la consapevolezza etica… insomma, dettagli. E poi chi non ama un bel corso pomeridiano facoltativo obbligatorio?
Conclusione? Lunga vita agli slogan
La proposta Tenerini si presenta come una nobile risposta alla “trasformazione digitale della società”. Con un’ora settimanale. In un paese dove ancora si fanno le fotocopie perché la LIM non funziona. Ma attenzione: se tutto va bene (e quando mai non va?), presto i nostri studenti saranno pronti a fronteggiare il futuro con spirito critico, competenze digitali e forse anche con una password sicura.
Gemini
Proposta di Legge per Inondare di Byte il Cervello Scolastico: L’Ora di “Skynet e i Compiti a Casa”
Nella fulgida era dell’Intelligenza Artificiale, dove i robot aspirapolvere meditano sull’esistenza e i tostapane scrivono poesie ermetiche, la lungimirante deputata Chiara Tenerini (Forza Italia, perché l’IA ha bisogno di una solida base azzurra) ha deposto un’illuminante proposta di legge. Il nobile scopo? Preparare le nuove generazioni alla “trasformazione digitale”, che suona molto più apocalittico di “un sacco di gente che guarda TikTok”.
L’idea geniale, degna di un algoritmo un po’ brillo, è di dedicare ben un’ora alla settimana all’IA nelle scuole medie e superiori. Un’ora! Abbastanza per capire che Siri è permalosa e che ChatGPT sa inventare scuse migliori per i ritardi dei professori. La proposta, presentata con la solennità di chi scopre l’acqua calda, si articola in cinque articoli che sembrano scritti da un’IA con un blocco creativo.
L’obiettivo è duplice, come un biscotto farcito: da un lato, sviluppare il “pensiero critico” verso quegli scatoloni parlanti; dall’altro, fornire gli “strumenti necessari” per usare consapevolmente le tecnologie emergenti, tipo non chiedere a Google se si è innamorati del proprio smartphone. La deputata Tenerini, con la saggezza di chi ha appena scoperto che il Wi-Fi non è magia, sottolinea l’importanza di educare i giovani su questo “potentissimo mezzo” – che, diciamocelo, per ora serve soprattutto a farci comprare cose inutili online.
La Struttura alla “Cinque Punti Cardinale” (più o meno):
- Finalità e Oggetto (Tipo “Mission: Impossible”): Garantire che i ragazzi sappiano che l’IA non è un alieno e che ha dei “processi” (probabilmente complicati come fare la spesa il sabato mattina). L’obiettivo è formare studenti consapevoli dei “rischi” (tipo farsi sostituire dal robot al compito in classe) e delle “opportunità” (tipo farsi scrivere la tesina).
- Insegnamento delle Nozioni di Base (Preparatevi a Sbadigliare): Un’ora settimanale di IA. Speriamo non cada di lunedì mattina.
- Inserimento nel Monte Ore Scolastico (Tetris Umano): Gli eroici organi collegiali dovranno incastrare quest’ora come un pezzo mancante tra la lezione sul Risorgimento e l’interrogazione di latino. Potrebbe finire nel “far west” del pomeriggio, dove le ore sembrano durare il doppio.
- Corsi di Formazione per Docenti (Panico tra i Professori): Si prevedono corsi di “formazione e aggiornamento professionale” per i docenti. Immaginate la scena: il prof di matematica che cerca di capire cos’è un “algoritmo” mentre il prof di storia si lamenta che ai suoi tempi c’era solo l’abaco. Durante questi corsi epocali, saranno pure esonerati dal servizio! Vacanza pagata per imparare a dire “Intelligenza Artificiale”.
- Copertura Finanziaria (La Magia dei 20 Milioni): Ben 20 milioni di euro all’anno! Abbastanza per comprare qualche computer nuovo (forse non quelli con Windows Vista) e pagare qualche “esperto” che spieghi ai prof come non farsi fregare da ChatGPT.
Chi Insegnerà Questa Magia Oscura?
I prescelti sono i docenti di materie scientifiche, poveretti, già oberati di equazioni e provette. Saranno affiancati da “esperti del settore con comprovata esperienza” – probabilmente quel cugino ventenne che smanetta con il computer tutto il giorno.
La Formazione: Un Salto nel Vuoto Informatico
Preparare i docenti è la vera sfida. Come insegnare qualcosa che cambia più velocemente delle mutande di un influencer? L’articolo 4 prevede corsi specifici, durante i quali i docenti verranno “esonerati dal servizio”. Tradotto: mentre i ragazzi faranno autogestione, i prof cercheranno di capire se un “prompt” è un nuovo tipo di detersivo.
Il Contesto: Tra Droni e Tema in Classe
Mentre la Tenerini ha questa epifania, il Senato approva un disegno di legge ancora più vago sull’IA, che coinvolge tutto, dall’asilo all’università. Si parla di potenziare le STEM (che suonano come un nuovo tipo di verdura geneticamente modificata) e le “competenze artistiche” (l’IA sa già fare filtri carini su Instagram). Previsti anche moduli sull’IA all’università e negli ITS (Istituti Tecnici Superiori, dove forse impareranno a riparare i robot aspirapolvere).
Le Scuole Pioniere: Tra Coding e Etica del Design (Cosa?)
Alcune scuole si sono già avventurate in questo mondo oscuro. L’I.C. “Perna” ha un percorso verticale (dalla materna alle medie!) con finalità tipo “sviluppo del pensiero computazionale” (che è come insegnare a un gatto a fare le divisioni). Si parla di “uso etico dell’IA” (non far scrivere alla IA messaggi cattivi alla maestra) e “stimolazione della creatività” (chiedere alla IA di disegnare un unicorno che fa breakdance).
La Dimensione Internazionale: Tutti Pazzi per i Robot a Scuola?
L’Italia non è sola in questa crociata pro-byte.
- USA: L’adozione è a macchia di leopardo, come il leopardo che ha mangiato il manuale di istruzioni dell’IA.
- Cina: Investe forte, forse per controllare meglio i suoi studenti con algoritmi patriottici.
- Australia: Vogliono rafforzare le “competenze digitali”, tipo saper distinguere un canguro da un server.
- Canada: Focus sull'”educazione etica”, perché anche le IA canadesi devono essere educate.
- Finlandia: “Alfabetizzazione digitale” tramite corsi online, perché in Finlandia fa freddo e stare al computer è un hobby nazionale.
- Svezia: Integrazione nelle superiori con focus sulle STEM, forse per costruire robot IKEA più efficienti.
- Regno Unito: Sperimentazione con attenzione a “personalizzazione, etica e privacy”, perché i sudditi di Sua Maestà tengono alla loro privacy anche dai robot.
Implicazioni e Prospettive Future (Spoiler: Sarà un Casino)
L’introduzione dell’IA a scuola potrebbe avere “potenziali benefici”, tipo far fare all’IA i compiti più noiosi. Ma ci sono anche “sfide”, tipo assicurarsi che l’IA non inizi a dare voti a caso o a scrivere le circolari scolastiche in klingon.
Sfide e Preoccupazioni (La Lista della Spesa dei Problemi):
- Formazione dei Docenti: Riusciranno i nostri eroici insegnanti a diventare esperti di IA senza farsi venire un esaurimento nervoso collettivo?
- Integrazione nel Monte Ore: Dove la mettiamo quest’ora? Forse togliamo educazione fisica? Tanto con tutti questi computer diventeremo tutti obesi sedentari.
- Aspetto Etico: Insegneremo ai ragazzi a non fidarsi troppo delle IA? A non credere a tutto quello che dice Wikipedia potenziata dall’IA?
- Privacy e Protezione Dati: Riusciremo a impedire che le IA scolastiche spiino i nostri figli e vendano i loro dati alle multinazionali? (Spoiler: probabilmente no).
Conclusioni (Forse Dovremmo Tornare all’Abaco):
La proposta della Tenerini è un nobile tentativo di affrontare il futuro a colpi di algoritmo. Se approvata, potrebbe “colmare il divario” tra la scuola e il mondo del lavoro (dove probabilmente saremo tutti sostituiti da robot).
Il successo dipenderà dalla “qualità della formazione” (speriamo non usino tutorial di YouTube), dall'”adeguatezza delle risorse” (che non finiscano tutte in abbonamenti a ChatGPT Plus) e dalla capacità di integrare questa novità nel curriculum senza farlo sembrare un’ora buttata lì a caso.
La sfida più grande sarà trovare l’equilibrio tra insegnare a usare l’IA e promuovere un “approccio critico e responsabile”. In altre parole, insegnare ai ragazzi a non diventare degli zombi dipendenti dallo schermo, ma a usare l’IA per scopi… boh, magari per trovare il miglior ristorante di ramen vicino a scuola.
In fondo, la vera domanda è: tra un’ora di “Skynet e i Compiti a Casa” e un’interrogazione a sorpresa, cosa terrorizzerà di più gli studenti?