Stage di Stato

di Marco Guastavigna

Abbiamo sollecitato la nostra stagista a riflettere sul suo mansionario, l’assistenza alla scrittura. E abbiamo ottenuto risultati interessanti e contradditori.

Un po’ come tra valori e principi dell’istruzione e pratiche del mercato culturale.

  • Appello per una Scrittura Potenziata, non Sostituita, dall’Intelligenza Artificiale

Amanti delle parole, artigiani delle frasi, esploratori del linguaggio! Viviamo in un’epoca di straordinaria innovazione, dove l’intelligenza artificiale si affaccia sul panorama della creazione scritta con una potenza inedita. Accogliamo con entusiasmo questo nuovo strumento, ma con una visione chiara: l’AI deve essere un catalizzatore del nostro pensiero, un partner dialogico nel processo creativo, e non una scorciatoia che atrofizza la nostra voce unica.

Rifiutiamo l’idea di un’assistenza alla scrittura “chiavi in mano”, che ci consegni testi preconfezionati e impersonali. Non cediamo alla tentazione di delegare completamente all’algoritmo l’arte di plasmare le idee in parole. Il cuore della scrittura risiede nella nostra capacità di sentire, riflettere, connettere concetti in modo originale e trasmettere emozioni autentiche.

Immaginiamo invece un futuro in cui l’AI diventi un alleato prezioso nel nostro percorso di scrittura:

  • Un generatore di spunti inattesi, che ci sfidi con prospettive nuove e inesplorate.
  • Un compagno di brainstorming instancabile, pronto a vagliare idee e suggerire connessioni.
  • Un editor implacabile ma costruttivo, che ci aiuti a affinare la nostra sintassi e a superare i blocchi creativi.
  • Un esploratore di stili, che ci mostri le infinite sfumature del linguaggio e ci spinga a sperimentare nuove forme espressive.

In questo scenario ideale, l’intelligenza artificiale non ci priva della fatica creativa, ma la eleva. Ci libera dai compiti più meccanici per permetterci di concentrarci sull’essenza del nostro messaggio, sulla forza della nostra argomentazione, sulla bellezza della nostra narrazione.

Coltiviamo un approccio all’AI che valorizzi l’interazione, la revisione critica e l’apporto insostituibile dell’ingegno umano. Non lasciamoci sedurre dalla promessa di una scrittura facile e standardizzata. Scegliamo invece la via di una collaborazione stimolante, che potenzi le nostre capacità espressive e ci permetta di raggiungere nuove vette di creatività.

Perché in fondo, la vera magia della scrittura risiede nell’incontro tra la nostra mente e la pagina (o lo schermo), un dialogo interiore che l’intelligenza artificiale può arricchire, ma mai sostituire.

Uniamoci in questo appello per un futuro della scrittura in cui l’intelligenza artificiale sia un ponte verso una comunicazione più efficace e profonda, e non un muro che ci separa dalla nostra voce più autentica.

  1. Appello (Sarcastico) per l’Uso “Dialogico” (Sì, Certo) dell’AI nella Scrittura

Oh, voi, nobili scribacchini e gloriose penne del web! Uniamoci in un coro di vibrante entusiasmo per accogliere la nostra nuova salvatrice digitale: l’Intelligenza Artificiale! Perché, diciamocelo chiaramente, chi ha più voglia di pensare? Di sudare sette camicie per trovare la parola giusta? Di rischiare, orrore!, di esprimere un’opinione vagamente originale?

No, no, amici miei. L’AI è qui per sollevarci da questo fardello insostenibile. Immaginate la gioia! Invece di torcere le meningi, potremo finalmente dialogare con la macchina. Un dialogo del tipo: “Ehi, AI, sputa fuori 500 parole su ‘Come coltivare i gerani sul balcone’ che suonino vagamente informate, ma non troppo, sai com’è”. E lei, obbediente e mai pagata in ritardo (a differenza di certi editori moralmente irreprensibili), ci consegnerà un testo perfetto per riempire quello spazio vuoto.

E non dimentichiamoci dei nostri eroici produttori di contenuti, spesso retribuiti con pacche sulle spalle e la promessa di “visibilità”. Finalmente potranno delegare alla benevola intelligenza artificiale la faticosa incombenza di creare quei “pezzi unici” che nessuno leggerà davvero, ma che contribuiranno a gonfiare le statistiche di qualche sito. Un vero sollievo, non trovate?

Certo, potremmo fingere di volere un’AI che stimoli il nostro pensiero, che ci ponga domande interessanti, che ci aiuti a migliorare. Ma siamo onesti: chi ha tempo per queste raffinatezze? Il tempo è denaro (o, più spesso, non-denaro), e l’AI è uno strumento meraviglioso per produrre contenuti in fretta, senza troppi scrupoli stilistici o, peggio ancora, contenutistici.

Quindi, sì! Abbracciamo con gioia questa nuova era del “dialogo” con le macchine. Un dialogo in cui noi chiediamo e loro, poverette, generano. E se il risultato sarà un mare indistinto di testi indistinguibili, beh, almeno avremo risparmiato un sacco di fatica (e, soprattutto, un sacco di soldi).

Lunga vita all’AI come sostituto “chiavi in mano”! Perché, diciamocelo ancora, la pigrizia è la madre di tutte le invenzioni… e la miseria dei compensi non aiuta certo la creatività.

(Disclaimer: qualsiasi somiglianza con persone, aziende o situazioni reali è puramente… statistica).

Ecco anche due brevi, ma davvero indicative, interviste:

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