Attività educative su sessualità, affettività ed etica: tre proposte di legge per il consenso informato

di Aluisi Tosolini

In questi giorni la Commissione VII della Camera ha iniziato la discussione sul Disegno di legge n 2423 presentato dal Ministro Valditara il 23 maggio 2025 avente per oggetto Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico.

Sulla stesso tema esistono però altre due proposte di legge presentate a febbraio 2025 dai primi firmatari, onorevoli Sasso (Lega) e Amorese (Fratelli d’Italia).
La commissione VII ha deciso di procedere mediante unificazione dei tre testi.
Al momento non è stato ancora presentato il testo unificato.

Nell’allegato ho provato a mettere assieme i tre testi mediante una tabella che raggruppa gli articolati che si riferiscono agli stessi argomenti.


Analisi delle tre proposte di legge

Qui di seguito una breve analisi delle tre diverse proposte

La proposta VALDITARA

La proposta nel ministro Valditara (n. 2423) ha un titolo generico e si concentra poi solo sul tema del consenso informato preventivo dei genitori (o degli esercenti la potestà genitoriale, immagino, anche se non esplicitato ) e degli studenti maggiorenni che va richiesto preventivamente in caso di attività che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità. L’art. 1 comma 1 non chiarisce bene quale sia la natura di queste attività e siccome al comma 2 si parla di attività extracurricolari forse il primo comma intende le attività curricolari.

Comunque sia il consenso informato va chiesto mettendo a disposizione  sia il materiale didattico che si intende utilizzare sia gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti, gli argomenti, i temi e le modalità di svolgimento delle attività di cui al primo periodo; vanno anche definite e resa  nota l’eventuale presenza di esperti esterni o di rappresentanti di enti o di associazioni a vario titolo coinvolti.

Chi non consente si astiene dal partecipare a tali attività ma la scuola (nella sua autonomia, didattica organizzativa… frase che sembra tanto un ossimoro o una presa per i fondelli) deve organizzare attività alternative.

Tutto ciò le scuole secondarie di I e II grado perché per le primarie e infanzia attività sul tema sessualità sono escluse (a meno che non siano inserite nelle indicazioni nazionali).

La proposta del ministro NON fa cenno al tema affettività

La proposta SASSO

La proposta con primo firmatario Sasso (Lega) ha un titolo molto più esplicito (Norme sul riconoscimento dell’identità di genere in ambito scolastico e sul consenso informato preventivo delle famiglie per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche su temi concernenti la sessualità e l’affettività) e affronta in realtà due temi diversi.

In primo luogo si interessa dei ragazzi e delle ragazze che hanno provveduto a “rettificare” il proprio sesso ai sensi della legge esistente. In sostanza a chi ha cambiato sesso rispetto a quanto enunciato all’atto della nascita viene riconosciuta la nuova identità di genere (se presenta idonea certificazione e richiesta).
A fronte di tale richiesta il dirigente e la scuola si attivano adottando le misure necessarie.
Nulla viene detto di chi è “in transizione” e nulla viene detto della carriera alias che molte scuole hanno deliberato e già attuano ma che la proposta Sasso in sostanza vieta perché il riconoscimento di genere qui avviene solo per chi abbia già ottenuto la certificazione di rettificazione del sesso rispetto al sesso di nascita.
Gli altri commi dell’articolo 1 si concentrano poi sui bagni (che devono essere rigorosamente divisi tra maschi e femmine) e sulle gare sportive (ognuno deve partecipare alle gare riferite al sesso di appartenenza per nascita).

Per quanto riguarda il consenso informato la proposta di Sasso è decisamente più complessa rispetto a quella del suo ministro e riguarda non solo l’educazione sessuale ma anche quella all’affettività.
Infatti, oltre a quanto richiesto dalla proposta Valditara vien chiesto alle scuole di prevedere nel PTOF una apposizione sezione denominata “Attività sensibili riguardanti la sfera personale”, nella quale tutte le attività che riguardano anche i temi concernenti la sessualità e l’affettività devono essere elencate e descritte in modo chiaro, veritiero, completo e aggiornato, con le informazioni di cui al comma 3 (ovvero: le finalità, gli obiettivi educativi e formativi, i contenuti e le modalità di svolgimento delle attività di cui al primo periodo, nonché l’eventuale presenza e l’identità degli esperti esterni, degli enti o delle associazioni).

  1. Se le attività sono rivolte a minorenni occorre poi che la scuola designi, “per ciascun progetto, un docente responsabile dell’applicazione e del rispetto delle disposizioni di cui al presente articolo nonché della corrispondenza delle attività svolte al contenuto delle informative di cui al medesimo articolo. Un docente, anche diverso dal responsabile, presenzia allo svolgimento delle attività “. Cioè, se non capisco mae, non solo un responsabile ma anche un controllore che si aggiunge all’ipotetico docente che svolge l’attività.
  2. Nella scuola del primo ciclo – fatto salvo quanto richiesto dalle Indicazioni nazionali – non si devono fare attività di educazione sessuale. Reputo che educazione all’affettività si, ma non è chiarissimo.

La proposta AMORESE

La proposta con primo firmatario Amorese di Fratelli d’Italia è molto più breve e anche priva di molti dettagli sulle concrete modalità del consenso informato.
Ha tuttavia una particolarità di non poco conto evidente sin dal titolo:

Introduzione del requisito del consenso informato dell’esercente la responsabilità genitoriale per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche vertenti su materie di natura sessuale, affettiva o etica

Quindi, il consenso informato per il ministro deve essere richiesto per attività di educazione sessuale, per Sasso per attività di educazione sessuale e all’affettività, per Amorese per educazione sessuale, affettiva o etica.

Si tratta di un crescendo che ha dello strabiliante.

Cosa significhi poi etica non si capisce davvero, come non si capisce se la congiunzione “o” sia una sorta di alternativa (o affettiva o etica), oppure stia a dire che etica è sinonimo di affettiva (ma mi pare proprio difficile da sostenere) oppure stia al posto di “e” indicando in sostanza un terzo elemento dell’elenco.

Comunque sia il consenso preventivo dovrebbe essere chiesto – a differenza delle proposte Valditara e Sasso per qualunque attività “su materie di natura sessuale, affettiva o etica” “comprese nel curricolo obbligatorio o nell’ampliamento della sfera formativa extracurricolare”.
In sostanza non so se posso spiegare l’etica epicurea a studenti di terza superiore (cosa prevista dalle indicazioni nazionali vigenti per i licei) senza avere prima il consenso informato dei genitori.
Che – si lascia intendere – potrebbero avere altri riferimenti etici e quindi non vogliono che i figli siano traviati? Siamo in sostanza di fronte ad una ipotesi di etica pret a porter in cui ognuno si fa la propria etica e la scuola non deve metterci il becco (come poi si possa fare educazione civica e alla cittadinanza e al rispetto mi sfugge….).

Eliminare Saffo

Che dire… lascio ad ogni lettore trarre le conclusioni del caso.
Di certo mi sfugge il perché docenti e scuole dovrebbero mettersi a cercare tutte queste rogne e tutti questi ulteriori orpelli burocratici per fare educazione sessuale, affettiva e etica. Che gli studenti, le studentesse e le famiglie si arrangiassero: la scuola fa altro.
Poi certo, toccherà eliminare anche Saffo…. (e non sto a spiegare il perché) e centinaia di altri e altre autori/autrici, studiose, filosofi e filosofe.

Domanda conclusiva brutale: perché non eliminiamo direttamente la scuola? Si fa anche prima, e i soldi magari li usiamo per raggiungere il 5% di spese militari come chiesto dalla Nato?

 

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