I Bimbisvegli di Serravalle d’Asti raccontano la loro storia

di Giampiero Monaca

Siamo la comunità educante della Scuola Primaria Statale di Serravalle d’Asti.
Scriviamo per raccontarvi una piccola storia felice chiedendovi di unirvi a noi per trovare una soluzione agli inevitabili inciampi che si presentano sul sentiero di chi ama camminare e si mette in cammino senza aver paura delle salite.

Fiduciosi, chiediamo che questa modalità didattica possa essere accolta nella sua sostanza e riconosciuta per il suo valore, da organi istituzionali di ricerca o di valorizzazione delle avanguardie educative, in modo tale da tutelarne l’impianto pedagogico e le sue specificità didattiche e metodologiche.
Chiediamo che a settembre 2021 si possa tornare a far scuola serenamente, vedendo pienamente riconosciuto Bimbisvegli come progetto praticabile, senza dover costantemente temere nuove avvilenti limitazioni, affinché non vada perduta questa opportunità di didattica che ha come unico scopo il benessere delle generazioni future ed un contributo allo sviluppo di una società cooperativa e solidale
Siamo seriamente preoccupati per la sopravvivenza del progetto Bimbisvegli all’interno di questa Piccola Scuola di frazione che amiamo, ritenendo la scuola un bene comune prezioso e prioritario.
Vi aspettiamo fiduciosi


Comincia così la lettera aperta scritta ed inviata all’attenzione del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e al dirigente USR del Piemonte Fabrizio Manca, alla dirigente USP di Asti ed Alessandria Pierangela Dagna nonché alla dirigente scolastica del 5 Circolo Astigiano, Graziella Ventimiglia.
In tale lettera accorata si preannuncia una iniziativa inconsueta: l’abbraccio ideale di una piccola scuola frazionale, da parte di una intera comunità educante , fatta di famiglie con bambini, insegnanti, abitanti del paese, simpatizzanti di questa modalità didattica che da oltre 15 anni sembra riscuotere un discreto successo nel panorama scolastico astigiano e non solo.
Siamo seriamente preoccupati [prosegue la lettera] per la sopravvivenza dell’approccio didattico denominato “Bimbisvegli“, attuato dall’equipe degli insegnanti, all’interno di questa Piccola Scuola di frazione che amiamo; ce ne occupiamo, ritenendo la scuola un bene comune prezioso e prioritario e, a partire da venerdì 28 maggio con orario 9,00 – 22,00, ci riuniremo in un’ assemblea permanente, (negli spazi pubblici davanti alla scuola stessa, nel pieno rispetto delle norme) cui vi invitiamo, insieme alla società civile, per discutere di scuola, aperta cooperativa e felice ed insieme trovare la soluzione a tutela definitiva di questa realtà, al di là di difficoltà burocratiche o idiosincrasie personali, per agevolare chi, quotidianamente, lo vive e chi lo dirige, per il bene supremo che è rappresentato dai bambini di oggi e delle generazioni future , affinché i nostri bambini e bambine, possano continuare ad apprendere per comprendere e per per essere cittadini e cittadine felici, solidali, critici, impegnati a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.
Cinque anni fa, questa scuola, appartenente al 5 circolo didattico di Asti, ha attraversato, come molte altre realtà scolastiche del Paese, una profonda contrazione in termini di opportunità didattiche e soprattutto di numero di iscritti.
Sin dal primo anno di insediamento nella scuola di Serravalle, “Bimbisvegli”, grazie alla fiducia delle 18 famiglie che hanno scelto di trasferirvisi insieme ai loro insegnanti che già da anni insegnavano con tale metodologia, ha invertito la tendenza: con i primi 18 Bimbisvegli , il plesso raggiunse i 37 iscritti, attualmente gli insegnanti di tutte le classi adottano tale metodologia e ad oggi gli iscritti a Serravalle sono 53.
La pratica educativa Bimbisvegli nasce dalla costante osservazione, sperimentazione empirica e verifica di quelli che sono i bisogni e le caratteristiche, sia del gruppo classe che dei singoli bambini con i quali gli insegnanti condividono il percorso di educazione co-empatica, privilegiando le didattiche ludico-esperienziali attraverso le quali accogliere i bisogni espressivi della loro fantasia, emotività, corporeità ed empatia.
Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa , ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale. Ricordandoci della specifica tappa evolutiva in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco ma niente per gioco.
I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.
Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, giovani cittadini del mondo di oggi, l’ importanza e il diritto a porsi domande, trovare e proporre soluzioni, esprimersi.
Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità si presentano personaggi del passato e del presente che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.
In questo modo si cerca di procedere, adulti insegnanti e bambini alunni, ricercando costantemente l’equilibrio tra le rassicurazioni del riconoscimento delll’età infantile che i bambini stanno attraversando e la prospettiva dell’età che verrà con le potenzialità di interazione e di coinvolgimento nella società
Ponte tra FUORI e DENTRO tra società e vita dei piccoli, cerniera e cardine, l’Ambiente, inteso anche in senso relazionale, strutturale, non solo ecologico, è utilizzato in modo funzionale, strumentale e educante.
Da sempre lo studio e la l’immersione in natura sono stati molto importanti per l’approccio Bimbisvegli, ma dal suo insediamento a Serravalle, area rurale a 4 km dal centro città, le attività outdoor sono diventate un formidabile strumento per motivare, sostenere e incentivare l’apprendimento cooperativo , pratico ed esperienziale.
Crediamo in una scuola aperta e pienamente inserita nella comunità, coinvolta nel sociale, fulcro per attività culturali a disposizione della città, empatica, accogliente, cooperativa, impegnata per contribuire al percorso educativo dei giovani, felici di apprendere per comprendere, che si impegnano a farlo per rendere il mondo un po’ più bello e giusto.
Fare scuola in questa ottica è l’unico modo che concepiamo.
Negli anni questa metodologia è stata studiata ed osservata e riportata in 4 tesi di laurea, presentata in seminari e conferenze pubbliche, ha riscosso interessamento da parte di Piccole Scuole di INDIRE, è apparsa in diverse pubblicazioni scientifiche ed in trasmissioni televisive e documentari su pedagogia innovativa, telegiornali nazionali, divenendo anche oggetto di ricerca da parte dell’Università di Macerata, i cui dati sono stati presentati in convegno UNIMC coordinato dalla prof, Nicolini, introdotto dalla allora Ministra, prof. Lucia Azzolina.
Dopo anni di scuola felice, le attività didattiche all’aperto sono ora limitate nel loro raggio di azione e nella tipologia di attività autorizzate, la preziosa interazione con la comunità migrante è stata resa, di fatto, impossibile, piccoli ma importanti accorgimenti per il benessere del corpo e la cura degli ambienti come il cambio scarpe all’ingresso diventano un problema, scelte pedagogiche ponderate e consolidate vengono messe in discussione senza però addurre motivazioni plausibili, la rigidità normativa sembra prendere il sopravvento sulla pedagogia sulla didattica, sulle esigenze educative dei bambini e sui canali di apprendimento specifici per questa età evolutiva.
Così facendo, si sta ottenendo il risultato di annichilire un progetto di scuola aperta, diffusa, impegnata, cooperativa, accogliente, in cui i bambini imparano con piacere, per interpretare il proprio ruolo di giovani cittadini coscienti e critici per una società migliore, in cui apprendere significa comprendere davvero, in cui si impara per sviluppare, ciascuna e ciascuno, il proprio sé migliore e, insieme agli altri, contribuire a rendere il mondo più bello e giusto .
Vi confidiamo dunque la nostra fatica, che volge oggi allo sconforto ed alla grande preoccupazione , temendo che tutto questo possa essere giunto ad una malaugurata fine.
La fine di questa realtà – da alcuni definita innovativa – non costituirebbe soltanto una delegittimazione del percorso formativo degli alunni ed alunne attualmente coinvolti/e.
L’approccio didattico offerto da “Bimbisvegli” attrae, infatti, decine di famiglie anche da centri abitati distanti diversi chilometri. Questo ha garantito la sopravvivenza ed il rilancio del plesso, cosa succederà quando la maggior parte delle famiglie che hanno scelto questa scuola per lo speciale approccio didattico saranno deluse?
I rapporti con la comunità locale, negli anni si sono fatti intensi e proficui, e nessuno tra noi mette in conto l’eventualità di un trasferimento del progetto in altro plesso. Se si ritiene che il Progetto BimbiSvegli abbia una validità, allora esso, rimanga e continui a svilupparsi a Serravalle d’Asti.
Pertanto ci rivolgiamo, accoratamente, a Voi, Illustri Rappresentanti della Scuola Pubblica in cui crediamo, affinché poniate in essere qualsiasi forma di protezione istituzionale per questo progetto, così da poter fornire strumenti efficaci per una serena e funzionale alla direzione di un circolo in cui possano serenamente coesistere due modelli di istruzione distinti.
Vi aspettiamo con fiducia
La comunità educante della scuola primaria statale di Serravalle d’Asti




Il piano estate non significa stare nelle aule

di Giampiero Monaca

Leggo con emozione la circolare ministeriale che presenta il piano scuola estate 2021.
Leggo molti commenti preoccupati da parte di insegnanti, sinceramente preoccupati riguardo alla inopportunità di sottoporre alunni e studenti e docenti, ad un extra carico di lavoro in aule torride, dopo un anno faticoso, spesso opprimente ed ansiogeno.
Non mi pare che in nessuna parte della nota 643 del 27-04-2021 venga proposto di tenere le scuole aperte riempiendole d’estate di studenti ed insegnanti per sottostare a pesanti lezioni aggiuntive in ambienti inospitali e posizioni di lavoro statiche ma,  al contrario, che si auspichi l’apertura delle scuole quali portali sul mondo, riportandole ad essere fulcro culturale, riferimento ideale per le comunità e sui territori sui quali insistono, svuotandole per molte ore al giorno di alunni e docenti, i quali si slanciano a esplorare, sperimentare, apprendere, vivere e rendere vivo il territorio.
Gli edifici scolastici vengono ad assumere così più una funzione di supporto alla sintesi degli apprendimenti esperienziali vissuti fuori ed eventualmente a diventare risorse per eventi culturali organizzati dagli studenti stessi, a disposizione della comunità locale.
Personalmente, credo che questo modello di apprendimento sia da realizzare tutto l’anno e non solo in via straordinaria in estate, difatti, nella nostra scuola primaria statale di Serravalle d’Asti, da 4 anni, insieme alle colleghe e alla comunità educante che da quattro anni ha scelto di vivere l’esperienza didattica conosciuta come “Bimbisvegli”, viviamo una scuola aperta, diffusa, cooperativa, solidale, ed all’aperto anche tutto il resto dell’anno.


Il ministero propone, a partire dall’estate 2021, attività di recupero relazionale e di apprendimento cooperativo e compensativo, interconnessione tra discipline… noi rispondiamo con entusiasmo: “siamo pronti”, a Serravalle d’Asti lo abbiamo già sperimentato l’estate scorsa 2020 durante il “green campus Bimbisvegli
Durante il lock down, come comunità educante, nei lunghi mesi di limitazione dei contatti sociali e di inaridimento delle relazioni tra pari, abbiamo patito tutti, adulti e giovani. A giugno, pensando alla ripresa di settembre, ci siamo chiesti in quali condizioni, psicofisiche e cognitive ci saremmo ritrovati e cosi abbiamo pensato di iniziare subito a creare ponti relazionali per riprendere alcuni apprendimenti (operazioni matematiche, lettoscrittura, comprensione testo, inglese, nozioni e orientamento nel tempo e nello spazio).
Abbiamo così proposto alla dirigente del 5 Circolo di Asti un progetto di recupero, ritenendo urgente ed essenziale approntare una proposta educativa che ponesse argine al trasferimento in virtuale di contatti ed interazioni, per accogliere il grande bisogno di contenimento emotivo di bisogni evolutivi primari quali l’interazione, il gioco libero, l’apprendimento cooperativo, l’associazione di idee, l’inferenza basata su esperienza, la tattilità,  la sensorialità, il confronto, la concertazione.
Tale progetto non è però stato accolto tra le attività formali di recupero del nostro circolo didattico. Ritenendo essenziale l’attuazione della nostra iniziativa, ci siamo comunque organizzati, configurando il campus come centro estivo, organizzando tutto senza intervento o copertura scolastica, ottenendo uso locali (usati poi pochissimo perché siamo stati all’aperto nei boschi il 90% del tempo) e interfacciandoci in modo assai proficuo, con il Comune di Asti.
La Facoltà di Scienze Umane dell’Università di Macerata, ha svolto una ricerca specifica sulla nostra esperienza pilota, recentemente pubblicata e presentata durante il convegno organizzato da UNIMC “L’educazione è fuori” cui ha partecipato la ministro Azzolina il cui panel era composto da Anna Ferraris Oliverio, Paola Nicolini, Gianni Marconato, Antonino Attanasio, Paolo Mottana, Giuseppe Paschetto, Giampiero Monaca, Jose Mangione e Laura Parigi.
L’esperienza vissuta è stata valutata positivamente da tutti sia a livello soggettivo dai giovani partecipanti e dalle famiglie, sia attraverso l’analisi oggettiva dei dati raccolti. Siamo pronti a ripetere l’iniziativa anche per l’estate 2021, auspicando che essa possa trovare spazio tra le attività ufficiali di recupero, rinforzo e potenziamento formativo del 5 circolo di Asti.
Saremmo felici di poter mettere a disposizione di tutti, attraverso il Ministero, sia i dati quantitativi raccolti che il bagaglio esperienziale vissuto e messo a frutto dalle nostre bimbe e Bimbisvegli al fine di motivare insegnanti ed associazioni di 3 settore a replicare su vasta scala esperienze come quella vissuta da tutti noi.
Non è un’operazione immediata, si tratta di un cambio di paradigma, ma credo che si potranno realizzare esperienze preziose, credendo in una scuola fulcro di un rinnovamento della società verso una dimensione più cooperativa e solidale, creando sinergie tra docenti (garanti dei processi di apprendimento) ed educatori (professionali, ambientali e del 3 settore esperti in organizzazione di attività educative laboratoriali ed esperienziali ) appoggiandosi a risorse territoriali, vivendo così , finalmente una scuola diffusa dentro e fuori dalle scuole.
Se noi insegnanti non cambiamo la didattica e l’intenzione politica del nostro agire ed essere Scuola, si potranno rinnovare lavagne, banchi, spazi finché si vuole, ma non ci sarà vera evoluzione. Tutta la bagarre su rotelle o lavagne o su scuola estiva contrappone COSE e lascia fuori i PRINCIPI.
Personalmente penso che trovare un modo per far incontrare la didattica istituzionale con la pedagogia innovativa ed esperienziale ed il 3 settore sia un’opportunità grandiosa (se basata su un sincero spirito volontario dei singoli) per render più intense le relazioni e più funzionale il rapporto educativo. Può essere un primo passo verso la progressiva reale apertura e diffusione della scuola sul territorio e sulle sue opportunità.
È però fondamentale che nelle équipe miste che si formeranno : tutti siano equipollenti e che sia l’equipe stessa (formata da insegnanti, educatori, volontari, scout animatori) a dover stabilire , in base all’analisi del gruppo e delle proprie risorse, tutte le linee guida educative e non che esse siano calate dall’alto come in un appalto cui attenersi. Altrimenti salta tutto.

E qui trovate il racconto delle 4 settimane realizzate nell’estate 2020

Preistoria da scoprire
Una settimana da Dèi
Cronache celtiche
Mamma li Turchi