Diritti, conflitti, responsabilità e regole durante la crisi: la Costituzione

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Stefaneldi Rodolfo Marchisio

Come noto Bobbio divide i diritti sanciti dalla Costituzione in 4 categorie ognuna corrispondente ad un secolo. Il secolo in cui un gruppo sociale ha lottato per strapparle ad un altro gruppo o potere sociale. Temporaneamente. N. Bobbio L’età dei diritti

Siamo di fronte con la crisi del Covid 19-> Delta (per ora) e le polemiche già citate ad un conflitto tra le liberta di 1° generazione individuali, illuministiche, borghesi (pensiero, parola, espressione, manifestazione) conquistate dai liberali e dagli illuministi nel 700 e i diritti sociali (Salute, Istruzione, Assistenza, Lavoro) conquiste del movimento operaio, sindacale e contadino nell’ 800.
Libertà individuale, di espressione ed azione vs diritto alla salute art 32 (anche pubblica) alla istruzione art. 34, alla assistenza, al lavoro art 35 e seguenti.
La Costituzione è impegnativa per lo Stato, negli articoli che sanciscono i diritti sociali (Salute, Istruzione, Assistenza, Lavoro) “lo Stato deve rimuovere ogni ostacolo…”; ad es all’accesso al diritto alla salute o alla istruzione da parte di tutti cittadini.

Ma ricorda anche Art 2, 3 e 4 che ognuno di noi deve dare il suo contributo attivo al miglioramento e al progresso sociale. Cioè fare al meglio la nostra parte nell’interesse di tutti.

Art 2. …e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
Art 4. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società
. Responsabilità. Solidarietà, Partecipazione.

In altre parole siamo responsabili a livello sociale anche degli altri.

A maggior ragione se siamo pubblici ufficiali (art 28) e formatori di cittadini che educhiamo col nostro esempio (legge 92/19 Ed Civica). Non colle nostre lezioni.

Questo è un argomento ostico in una epoca in cui la ipertrofia del diritto individuale (ad es: alla espressione) diventa, in rete e nei media, diritto all’insulto, alla incitazione alla violenza, alla negazione di fatti a danno del diritto degli altri. Zagrebelsky.
In una epoca in cui si mette in crisi la competenza e pretendiamo, per avere letto e non validato una informazione trovata in rete che conferma la nostra opinione, che questa valga più delle competenze degli esperti e di chi ha studiato.  T. Nichols La conoscenza e i suoi nemici.

Senza tener conto che una informazione non validata non è conoscenza, non vale nulla e che non possiamo improvvisarci medici, esperti della qualunque solo perché lo dice il web o la TV.

Una situazione che Asimov ha sintetizzato nella frase “la mia ignoranza vale come la tua competenza” e che Eco aveva riassunto a distanza di anni in 2 osservazioni (entrambe vere):

  • La rete dà la parola a tutti. È un passo verso la democrazia. Vero!
  • La rete dà la parola a legioni di imbecilli che prima non facevano danni, se ne stavano al bar dicevano la loro e risolvevano i problemi del mondo, ma tanto c‘erano 3 o 4 persone a sentirli… Vero! Ma adesso chi posta su FB arriva a 2,5 miliardi di possibili “vittime”.

Con l’aggravante che il meccanismo della personalizzazione della rete, ci fa vivere in una gabbia, in una bolla – Parisier, Bauman – dove l’algoritmo è programmato per farci conoscere amici che la pensano già come noi rafforzando l’idea che abbiamo ragione. Lo dice anche lui/lei…
Non è colpa della rete, Bauman, che non danna e non salva – Rodotà-, ma dell’uso che ne fanno i “padroni della rete” – Rampini- Usando Google non per darci quello che ci serve, ma quello che ci piace. E dell’uso sprovveduto che ne facciamo noi utenti consapevoli o “utonti”.

Rete a parte, la democrazia è un conflitto non solo tra gruppi sociali (la conquista di un diritto è temporanea e conflittuale e toglie qualcosa ad altri: l’abolizione della schiavitù comporta la abolizione del diritto di possedere degli schiavi N. Bobbio), ma anche nel rapporto, che sta alla base della democrazia, tra quante persone esercitano un diritto (ad es. di espressione pubblica) e la loro competenza nel merito.

La democrazia comunque vive sul fatto di garantire il diritto a tutti. Ma stiamo, per ipertrofia dell’individualismo, in cui ci rifugiamo di fronte alla difficile realtà, a danno degli altri, perdendo l’equilibrio tra diritti e competenza e tra diritti individuali e doveri sociali. Zagrebelsky.

Ovviamente noi siamo per diritti a tutti, a differenza di Platone che in Contro la democrazia diceva che dovevano governare i migliori. Cioè i filosofi (o i tecnici o altre élite). Per diversi studiosi comunque la democrazia è soprattutto la possibilità di cambiare governo, sostituendo una élite delegata con un’altra. Mentre per Bobbio si riduce a 2 condizioni base.
Infine l’idea di una democrazia diretta salvata dalla rete è già implosa su sé stessa.
Il web permette di ampliare diritti, non di salvare una democrazia malata.
Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che dà la conoscenza. Madison

Sappiamo ormai che questo equilibrio in casi di crisi e se non poniamo un freno a “so tutto io” può creare problemi, perché informarsi correttamente e ragionare su fatti e dati è più faticoso e difficile che parlare e quindi la rete abbonda di tuttologi saccenti e rabbiosi.

La Costituzione

a- È fatta di diritti (tanti, di 4 generazioni). 1° generazione; liberta di (parlare, esprimersi, riunirsi, associarsi…). Libertà da: dal bisogno, dalla malattia, dalla ignoranza …quindi diritto al lavoro, alla salute, alla istruzione) diritti di 2° generazione (‘800) che si lotta per mantenere anche in questo momento. Poi i diritti delle categorie di persone (anziano, bambino, disabile…) delle carte internazionali, ‘900. E i diritti in rete, quelli del “villaggio globale”. N. Bobbio
Ci sono anche 2 diritti/doveri e 3 doveri. Tra questi doveri quello della partecipazione e dalla solidarietà.
Il contrario di “voglio essere padrone a casa mia” “voglio essere libero di fare quello che voglio” (anche di sparare, non solo cavolate, ma anche proiettili e di uccidere per futili motivi). Oggi viviamo, come segno della nostra insicurezza, la crescita abnorme della pretesa ai diritti individuali vs il dovere dei diritti di tutti. Zagrebelky

b- La Carta ammette già l’obbligo vaccinale per tutte le malattie che ci hanno minacciato recentemente, e che un tempo uccidevano.

c- Richiede il contributo di tutti al miglioramento della situazione, specie in momenti di crisi.
Noi over ci siamo vaccinati con Astra Zeneca non solo per proteggerci da situazioni gravi che riempivano gli ospedali, ma per proteggere la nostra famiglia e gli altri. Compresi i no vax che adesso sfuggono ad ogni controllo per andare in vacanza o piazza. Responsabilità sociale.

d- La Corte Costituzionale ha già chiarito che:
1- l’obbligo vaccinale c’è già e non è incostituzionale, ma anche
2- i limiti di questa situazione, in cui il governo prende decisioni di limitazione di libertà/diritti individuali, per interesse collettivo, in emergenza, ma che devono essere “ben motivate, delimitate nel tempo per poi passare la parola al Parlamento organo legislativo”.

Non c’è altro da discutere. Ricordiamoci dei cortei di bare in Lombardia mentre corriamo in discoteca o minacciamo altri in modo violento.

Analogamente si sono espressi per l’obbligo vaccinale 2 presidenti emeriti (Zagrebelsky e Onida) e S. Cassese, già membro della Consulta. Il green pass oggi è come la patente per guidare.

La scienza

Dicevamo che la scienza non è certezza, ma ragionevolezza, probabilità, suffragata da dati, ricerche, prove.
Allora dato per assodato che la scienza non è né certa né pura, che spesso è legata a interessi di parte, che ha però organismi di controllo a livello mondiale, europeo, Usa e Italia o pensiamo che tutti gli scienziati e gli Enti preposti di tutto il mondo siano incompetenti, corrotti e d’accordo in un complotto mondiale servo degli oligopoli oppure, cosa più probabile, quando molti studi puntano in una direzione e i risultati, ma anche le conseguenze, i dati si confermano tra loro, la probabilità che quella strada sia utile e ragionevole, fino a prova contraria, è alta.
Senza aspettarci che se ne esca in fretta, né che sia semplice, né soprattutto che si ritorni ad una normalità pregressa che non vedremo mai più. Supereremo questa crisi come altre più gravi (AIDS, colera etc..) vaccinarsi diventerà obbligatorio e normale e sconfiggeremo questa situazione  (ai miei tempi i bambini rischiavano poliomielite, tetano, difterite e tante altre malattie, oggi no)
Ma non torneremo a prima, ad una “normalità” utopica, improbabile.
Non auguriamocelo, perché la “normalità” scrivevano sui muri di Madrid è parte del problema
La crisi sanitaria ha solo scoperchiato i punti critici di sanità pubblica, scuola e lavoro nel nostro sistema occidentale.
Speriamo di non tornare indietro, ma di costruire un sistema sociale migliore. Anche per i no vax.
“C’erano tante di quelle cose (difficili) da capire a quei tempi che io ero contento quando parlavamo d’altro” H. Hemingway, Festa mobile