Nuova perla dal ministero dell’istruzione: il voto in condotta e le sue conseguenze sull’Esame e di Stato

di Cosimo Quero

Cosa prevede l’ordinanza per lo svolgimento dell’Esame di Stato? Il voto in condotta può pregiudicare la “maturità degli studenti”? Qual è il senso nascosto dell’ordinanza emessa dal ministro Valditara?

L’ordinanza per lo svolgimento dell’esame di Stato, secondo una legge approvata lo scorso anno, prevede:

• Solo chi avrà ottenuto un voto pari o superiore a 9 in condotta potrà conseguire il punteggio più alto agli esami.
• Chi ottiene 6 in condotta dovrà discutere un elaborato di cittadinanza attiva e solidale assegnato dal Consiglio di classe.

• Se uno studente ha un voto in condotta inferiore a 6, non verrà ammesso alla maturità.

Diciamo subito che non vi è relazione fra condotta sanzionata e ammissione agli esami.

Le sanzioni “giuste”, fondate sul piano educativo, con “comprensione del valore formativo” e ravvedimento, quando opportunamente emendate con comportamenti “riparativi” e comprese nella loro necessità, con risarcimento e restauro dei danni provocati, non possono né debbono giustificare una “scuola della paura”, autoritaria, escludente, incostituzionale.
L’ordinanza Valditara, invece, rappresenta una stretta sul voto in condotta, uno strumento punitivo, non educativo, con palese confusione tra condotta e profitto.

Continua a leggere

Loading

L’insegnamento delle scienze nelle Nuove Indicazioni

di Enrico Gallo
La recente pubblicazione delle nuove Indicazioni Nazionali 2025 ha suscitato un’ondata crescente di critiche e commenti negativi in tutti gli ordini di scuola. Una protesta così compatta e unanime non si verificava da tempo nel mondo scolastico.
Le riflessioni negative non si concentrano solo su alcune parti del documento, ma sull’intero impianto concettuale, che appare, agli occhi di molti addetti ai lavori, come un evidente passo indietro dal punto di vista pedagogico, culturale e sociale.
La totale assenza di un riferimento alle Indicazioni del 2012 rappresenta di per sé un segnale negativo, poiché ignora il valore della ricerca e del lavoro approfondito condotto da un gruppo di esperti nella loro stesura. Quel documento resta tuttora all’avanguardia sul piano metodologico ed è largamente condiviso da docenti ed educatori della scuola primaria, anche grazie all’esperienza maturata negli anni.

Continua a leggere

Loading

NUOVE INDICAZIONI 2025. COME RICEVERE IL NOSTRO EBOOK

“NUOVE INDICAZIONI 2025: ANALISI CRITICA A PIU’ MANI”
è il titolo di un ebook in avanzata fase di lavorazione che l’Associazione intende offrire ai propri lettori.

Per ricevere l’ebook invia una mail a 
ebookind@gessetticolorati.it
Riceverai automaticamente le indicazioni per scaricarlo

L’ebook è gratuito ma se vuoi contribuire a sostenere le attività di Gessetti Colorati puoi fare un piccolo versamento anche soltanto di pochi euro alla Associazione usando il nostro iBAN
IT64L0760101000001007386954 indicando nella causale “Contributo liberale a sostegno delle attività sociali”
Puoi anche usare paypal accedendo alla apposita pagina

Se però volete iscrivervi alla Associazione potete consultare l’apposita pagina del sito

Loading

Democrazia ed educazione. Bobbio: “La democrazia sarà compiuta quando ci sentiremo tutti cittadini del mondo”

In un vecchio volume che contiene gli atti di un corso di aggiornamento per direttori didattici e ispettori tecnici organizzato nel novembre del 1991 dall’Irrsae Piemonte e dal Provveditorato agli studi di Torino abbiamo ritrovato il discorso di apertura di Norberto Bobbio.
E’ significativo che 35 anni fa gli organizzatori di quel corso avessero avuto l’idea di aprire i lavori non con un intervento tecnico sul tema specifico ma con un “ragionamento” su questioni politiche di ampio respiro.

Vi riproponiamo, 35 anni dopo, il discorso di Norberto Bobbio, di cui evidenziamo qui alcune righe
Ho detto più volte che la democrazia sarà compiuta quando ci sentiremo tutti i cittadini del mondo. Questi cittadini del mondo nasceranno dalla scuola o non nasceranno; il che vuol dire diminuire o addirittura eliminare il senso della nostra identità nazionale che fra l’altro, bisogna pur dirlo, in Italia non è molto alto.

Loading

Nuove Indicazioni 2025: in arrivo un instant book di Gessetti Colorati

“NUOVE INDICAZIONI 2025: ANALISI CRITICA A PIU’ MANI”
è il titolo di un ebook in avanzata fase di lavorazione che l’Associazione intende offrire ai propri lettori.
Nell’ebook vengono proposti 12 articoli che possono aiutare gli insegnanti a riflettere sul “progetto” di revisione delle Indicazioni nazionali del primo ciclo messo in atto dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara e di cui, per il momento, si conosce una prima bozza licenziata dalla Commissione di esperti coordinata dalla professoressa Loredana Perla.
I diversi contributi rappresentano il pensiero di ciascuno degli autori ma sono tutti accomunati dalla preoccupazione che le Nuove Indicazioni mettano in discussione lo straordinario patrimonio culturale e pedagogico della scuola di base italiana.

Scuola di base che, seppure fra difficoltà e contraddizioni, riesce anche oggi a garantire a più di 4 milioni di bambini, bambine, ragazzi e ragazze un percorso formativo che risponde a criteri di inclusione, di equità, di solidarietà e di democrazia.

Questo l’indice provvisorio

LORETTA LEGA 
PREFAZIONE
ANTONIO BRUSA 
LA STORIA NELLE INDICAZIONI
GIANCARLO CAVINATO
10 MOTIVI PER AMARE LA LINGUA
FRANCA DA RE
2012/2025: INDICAZIONI  A CONFRONTO
ITALO FIORIN
QUALI INDICAZIONI PER QUALE SCUOLA
RAFFAELE IOSA
DIVERSITA’ E INCLUSIONE
SILVANA LOIERO
LA LINGUA ITALIANA NELLE INDICAZIONI
RODOLFO MARCHISIO
EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
MARIO MAVIGLIA   
LE INDICAZIONI PER LA SCUOLE DELL’INFANZIA
CINZIA MION
IL PARADIGMA  DELLA COMPLESSITA’
STEFANO STEFANEL
LA VALUTAZIONE NELLE INDICAZIONI
ALUISI TOSOLINI
QUALE DIDATTICA NELLE INDICAZIONI
ANTONIO VALENTINO
SCENARI E SPERIMENTAZIONE CERCANSI

L’ebook è dedicato a Giancarlo Cerini, scomparso proprio 4 anni fa ma ancora vivo nel mondo della scuola per il suo infaticabile impegno e per le sue intuizioni pedagogiche.
Scriveva Giancarlo  che una buona riforma, per essere tale, deve essere una “ballata popolare”: “Un’idea deve diventare narrazione a più mani, ove anche gli ascoltatori possono diventare narratori, ove i ruoli si intrecciano e si scambiano, in una impresa corale, che viene dunque sentita come propria”.
“Ma chi decide del futuro della scuola? – aggiungeva ancora – Il Governo pro tempore ha forse diritto a un progetto pedagogico compiuto, ad un suo modello di scuola? Ci piacerebbe dire che è solo la Repubblica ad avere diritto ad un progetto di istruzione pubblica. Ecco perché non bastano le rivincite di breve respiro. Occorre argomentare, leggere i bisogni del paese, degli allievi, fare diagnosi convincenti, costruire una proposta avvincente…Non basta il programma di governo. Occorre avere un progetto, che poi si trasforma in una “ballata popolare” dove gli attori e i ruoli si intrecciano e fare chiarezza sulle risorse, sugli investimenti in formazione del personale. Ricostruire motivazioni, condizioni di benessere, di soddisfazione, di incentivi al miglioramento; coltivare alleanze con i genitori, le comunità, prestare attenzione ai luoghi non formali dell’apprendimento”.

“Dunque – scrive oggi Loretta Lega, presidente del Centro Studi Giancarlo Cerini – nel proporre nuove Indicazioni è fondamentale seguire un percorso condiviso e partecipato con le scuole, come avvenne per le Indicazioni 2012. D’altra parte il curricolo reale, cioè quello che accade realmente in classe è talmente influenzato da diversi fattori che sono le routine didattiche, l’atteggiamento degli insegnanti, dei genitori, degli allievi, le condizioni strutturali, i contesti territoriali che non ci si può aspettare che la semplice adozione di nuove Indicazioni produca di per sé un miglioramento della qualità delle scuole”.

Per ricevere l’ebook invia una mail a  ebookind@gessetticolorati.it
Riceverai automaticamente le indicazioni per scaricarlo

L’ebook è gratuito ma se vuoi contribuire a sostenere le attività di Gessetti Colorati puoi fare un piccolo versamento anche soltanto di pochi euro alla Associazione usando il nostro iBAN
IT64L0760101000001007386954 indicando nella causale “Contributo liberale a sostegno delle attività sociali”
Puoi anche usare paypal accedendo alla apposita pagina

Se vuoi iscriverti alla Associazione puoi consultare l’apposita pagina del sito

Loading

L’Occidente di Valditara (e degli storici che hanno scritto le Indicazioni)

di Aluisi Tosolini

In una recente – e molto interessante – intervista a Il Giornale (20 aprile 2025) il ministro Valditara risponde a Fabrizio De Feo sul tema dell’occidente e della sua definizione. L’occasione è il riferimento fatto dalla Presidente del Consiglio Meloni nel corso dell’incontro con il Presidente Trump alla necessità di rendere grande di nuovo l’occidente.
Le risposte di Valditara, nella loro esplicita chiarezza, rendono possibile ricostruire la concatenazione di ragionamenti che stanno alla base della dichiarata grandezza dell’occidente e della necessità di renderlo di nuovo grande.

I passaggi del ragionamento di Valditara

Questo il percorso che mi pare compiere il ministro:

  1. Definire un occidente ideale inserendo nella definizione una serie di valori e prassi su cui è difficile non essere concordi: “innanzitutto un sistema di valori fondati sull’idea di democrazia, sulle libertà individuali, sullo stato di diritto, sulla laicità dello Stato”. Poi Valditara aggiunge anche “Buona fede, humanitas, equità”.
  2. Definire universali i valori di questo occidente.
  3. Rendere indefiniti i confini di questo occidente ideale visto che si tratta non tanto di “una collocazione geografica, quanto di una comunità di nazioni che si riconoscono negli stessi valori che sono valori universali”. Detta così chiunque può far parte dell’Occidente e moltissimi già ne fanno parte essendo ricollegati alle radici stesse dell’occidente (vedi punto 4). Mi chiedo tuttavia, come una sorta di prova del 9, dove stia ad esempio di casa Putin in questo ragionamento.
  4. Esplicitare la genealogia di questo occidente ideale lungo la linea storica costituita da Atene, Gerusalemme, Roma.
  5. Espungere dalla storia dell’occidente tutto ciò che non si accorda con la definizione dell’occidente ideale sopra descritto indicandolo come estraneo all’occidente stesso (ad esempio Hitler, le dittature, i totalitarismi).
  6. Utilizzare il concetto di occidente così ricavato per metterlo alla base della nuova visione della scuola per almeno due aspetti
  7. rimettere al centro la storia dell’Occidente”: gli altri popoli e le altre culture appaiono al mondo e sono resi visibili e nominabili solo a partire dal loro incontro con l’occidente (l’oriente con Alessandro Magno, la Cina con Marco Polo, gli aztechi con Cristoforo Colombo, ecc.)
  8. definire il rapporto con le culture altre presenti nelle scuole italiane (integrazione degli stranieri).

Continua a leggere

Loading

La valutazione dei dirigenti scolastici, ma per valutare cosa?


di Stefano Stefanel
Qualche giorno fa improvvisamente la piattaforma FUTURA, 4.0 che registra tutti i corsi che si stanno svolgendo in Italia in attuazione del PNRR.ISTRUZIONE, ha introdotto un assurdo filtro che ha fatto per qualche giorno diventare le procedure di gestione complicate, lunghe, inutilmente burocratizzate. Nelle chat dei dirigenti scolastici è partita una serie di post di protesta che sono andati avanti per un paio di giorni finché il MIM non ha fatto marcia indietro. Sempre più spesso le chat dei dirigenti e i post sui vari social stigmatizzano la burocrazia oppressiva: tutto questo rientra nella logica propria dei social che sono molto più facilmente attivabili per indignazione, piuttosto che per proposta. Cioè, se noi ci indigniamo di qualcosa abbiamo audience sui social, se proponiamo qualcosa cadiamo nel dimenticatoio. Dal punto di vista dei contenuti l’idea ministeriale di inserire un filtro nella piattaforma era peregrina e burocratica oltre che inutile e le proteste logiche. Quindi nulla da segnalare.

Continua a leggere

Loading

Andare alla deriva

di Marco Guastavigna
[Riceviamo e volentieri pubblichiamo]

Posizionamento dell’Autore: Una Confessione di Parte

Eccomi qua, reduce dalle trincee dell’istruzione, ex-professore in pantofole e teorico della didattica digitale, con più anni di servizio che pixel sullo schermo. Mi fregio del titolo di “ricercatore inopportuno”, un epiteto guadagnato sul campo, a furia di non leccare stivali e di non incensare “guru” digitali. La mia età, unitamente a un conto in banca che mi permette di mangiare tutti i giorni (quasi), mi affrancano dal dovere di rendere conto a baroni universitari e consimili guru della “conoscenza”. La mia visione politica? Radicale, signori miei, radicale come un cavolo nero piantato nell’asfalto. Sono un irriducibile contestatore, un paladino delle ingiustizie (altrui, si intende) e delle devastazioni causate da quel mostro tentacolare che chiamano capitalismo. Sono convinto, con la testardaggine di un mulo, che l’unica via d’uscita sia dichiarare guerra aperta a questo sistema infernale e trasformarlo dalle fondamenta. Ma siccome non sono un Don Chisciotte solitario, cerco alleati in questa crociata. Nel campo dell’istruzione, il mio nemico numero uno è l’oligopolio capitalista delle piattaforme digitali, quelle che ci vendono “innovazione” a suon di euro e ci trasformano in consumatori compulsivi di app. Allo stesso tempo, cerco compagni di ventura tra coloro che sognano uno sviluppo umano equo, basato sulla condivisione della conoscenza, sul mutualismo e sulla cooperazione. Questo mio contributo, quindi, si divide in due atti: prima demolisco l’esistente, smascherando le ipocrisie e le bugie del “progresso” digitale; poi, con un pizzico di ottimismo (e molta ironia), propongo alternative tecno-economiche e culturali per risvegliarci dal torpore e per smettere di limitarci a brontolare senza agire. Insomma, una rivoluzione culturale a colpi di satira e di proposte concrete, perché, diciamocelo, la situazione è grave, ma non seria.

Pars de(co)struens, ovvero la nobile arte di smontare l’ovvio (e magari rimontarlo storto).

Il “distanziamento” delle pratiche didattiche, un eufemismo per indicare il fuggi-fuggi generale verso lo schermo, iniziato nel marzo 2020, ha ufficialmente consegnato l’istruzione nelle grinfie digitali del capitalismo, che già da tempo le faceva l’occhiolino, sia per quanto riguarda l’apprendimento (con i suoi dogmi STEM), sia per le “opzioni logistiche”, termine altisonante per dire “arrangiatevi”. I CEO di GAFAM, incoronati a supereroi virtuali, ci hanno “parzialmente salvato” dalla catastrofe scolastica, confinata in un angolo dall’emergenza sanitaria. Un vero atto di filantropia, non c’è che dire. Continua a leggere

Loading

Indicazioni “vecchie” e “nuove”

Proponiamo qui il testo del documento di analisi delle “Nuove Indicazioni” redatto dal Movimento di Cooperazione Educativa.

Loading