Bibioteca di lavoro

   Invia l'articolo in formato PDF   
image_pdfimage_print

bambini_maestraBIBLIOTECA DI LAVORO

La biblioteca di lavoro (BT) viene istituita da Freinet nel 1932 con il proposito di costituire un’alternativa ai manuali scolastici, nozionistici, univoci nella selezione delle informazioni, spesso scritti in un linguaggio denso e difficile. Con informazioni e affermazioni che non possono messe in discussione attraverso un confronto con altre fonti.

Freinet pensa a fascicoli documentari e monografie su temi di interesse nati nelle classi in base agli stimoli offerti dall’ambiente o selezionati da gruppi di insegnanti scegliendo contenuti significativi che consentano un approccio alle discipline facendo cogliere le interrelazioni fra diversi aspetti della realtà vissuta. Sono i ‘chantiers’, i gruppi di ricerca del movimento francese, l’Institut coopératif de l’école moderne ( ICEM), che preparano i testi e li sperimentano nelle classi prima di procedere alla stampa.

Ai testi stampati si aggiungerà successivamente una BT sonora e audiovisiva.

Alcuni esempi di titoli: carri e carrozze; storia del veicolo; negli alpeggi; il villaggio Kabilo; le unità di misura antiche; le prime ferrovie in Francia; la foresta; le dune della Guascogna; la vendemmia; le cicogne; storia dell’urbanesimo; storia delle miniere e dei minatori; il cioccolato; la storia della patata; l’infanzia borghese a fine 800; come volano gli aerei; Bachir, ragazzo nomade del Sahara; vita di Azack, piccolo esquimese; nelle grotte; la metropolitana; il caolino; storia del metro; menhirs e dolmens; Sam, schiavo nero; serpenti; il riso; il nostro corpo; l’ulivo; la torre Eiffel; i fari; gli animali e il freddo; le 24 ore di Le Mans; l’energia nucleare; costruiamo un motore elettrico; storia della bicicletta ghiacciai; i graffiti preistorici; la storia della schiavitù;…

Si tratta quindi di temi di vita quotidiana accanto ad argomenti di storia, di scienze, di geografia, di arte,… che partono da interessi e motivazioni e vengono via via costituendo un reticolo di argomenti fra loro collegati.

Non si tratta però di un catalogo di temi accostati casualmente. Il progetto che fa da sfondo è il metodo ‘pour tout classer’ dell’ispettore belga Roger Lallemand. In accordo con Freinet, Lallemand, per facilitare la ricerca, adatta ai percorsi conoscitivi degli alunni il sistema decimale Dewey per la catalogazione biblioteconomica. Si costruisce così, con contributi di tanti piccoli gruppi di insegnanti, un percorso reticolare che affronta i grandi ambiti della conoscenza con possibili intrecci fra sezioni e sottosezioni diverse,

La classificazione organizza i contenuti in dodici grandi rubriche a loro volta articolate in dieci sotto-rubriche ognuna della quali si suddivide in altre dieci, offrendo così un repertorio corrispondente a un progetto complessivo:

  1. il nostro lavoro di ricerca e documentazione
  2. l’ambiente naturale
  3. le piante
  4. gli animali
  5. altre scienze
  6. agricoltura e alimentazione
  7. lavoro e produzione industriale
  8. la città e gli scambi
  9. la società
  10. cultura e divertimenti
  11. geografia
  12. storia

Dopo il 1984 questa classificazione da parte del movimento francese è stata rivista e informatizzata attribuendo ad ogni voce parole chiave per facilitare il reperimento, facendo riferimento alla proposta del filosofo francese Pierre Lévy sugli ‘alberi delle conoscenze’: la raccolta cioè e l’organizzazione democratica dei saperi presenti in una comunità.

Si tratta di una strutturazione meno lineare, enciclopedica, più reticolare e per flussi rizomatici, che si avvia con la raccolta delle conoscenze presenti in una comunità ( a partire dalla classe e via via estendendosi ad ‘esperti’ e ‘testimoni’ e a una pluralità di fonti ). Lévy sottolinea l’importanza e il ruolo dell’intelligenza collettiva nella produzione di saperi, oggi implementata grazie ai molteplici scambi nel cyberspazio.

Anche in Italia un lavoro di ricerca documentaria e di organizzazione per temi e unità di ricerca è oggi possibile grazie alle risorse digitali- video, banche dati, mappe,… oggi a disposizione.

Nel MCE ha avuto una grande diffusione la biblioteca di lavoro di Mario Lodi edita da Manzuoli (anni 70-80): un centinaio di fascicoli validi sostituti di testi e manuali per la parte storico-geografica e scientifica.

Fra i titoli: L’archeologo, La donna, 1914/15: neutralità o intervento?, Il lino, I bruchi, Picasso, Quadrati e triangoli, Canti del popolo, Sviluppo e sfruttamento, Garcia Lorca, Gita, bambina eschimese, Disegno la mia storia, La pubblicità, La previsione del tempo,…

Come nel caso della BT francese, si tratta di una serie di argomenti che nei manuali scolastici non vengono affrontati o si risolvono in poche righe di non sempre facile comprensione. Argomenti che vanno dalla cultura dei bambini e dalla cultura popolare a temi di carattere storico, scientifico, letterario,..

E’ poi stata tradotta ed edita da Nicola Milano a metà anni 70 una parte della BT francese fruibile anche da alunni italiani (Cristoforo Colombo, Olaf e Solveig ravazzi noevegesi, lettere dalla grande guerra, La marmotta, Van Gogh, La forza di gravità, il Messico, Gli animali preistorici,..) e sempre con Nicola sono stati editi alcuni fascicoli di una biblioteca a cura di Ines Casanova e Ibello Borsetto negli anni 70. Materiali di lavoro che hanno avuto una loro funzione nel quadro dell’adozione alternativa ai libri di testo consentita dalla legge 517/77.

Il gruppo di antropologia culturale del MCE negli anni 80 ha prodotto alcuni schedari su società ‘semplici’ (raccoglitori, cacciatori, agricoltori, pescatori, allevatori) che, in base all’ambiente di vita, elaborano tipi di economie e di organizzazioni sociali diverse. lo schema di riferimento è desunto dal concetto di cultura dell’antropologia culturale:

l’ambiente naturale
l’appropriazione della natura
l’organizzazione sociale
la cultura, l’immaginario
le trasformazioni a seguito dell’impatto con l’occidente

Ogni scheda descrittiva di un aspetto contiene al termine l’indicazione di possibili direzioni di ricerca con cui si rimanda ad altre schede che consentono l’approfondimento di altri argomenti collegati con quello preso in esame.

Avviando, attraverso operazioni di comparazione e di contrasto, a formarsi un modello interpretativo dei fatti sociali isti come risultante di una interazione fra l’aspetto biologico e quello sociale di un gruppo umano. Lo studio di culture diverse era proposto per far prendere coscienza dell’esistenza di una pluralità di risposte culturali ai bisogni umani, così da superare l’atteggiamento etnocentrico presente nel senso comune. nello stesso tempo un’organizzazione per direzioni di lavoro interrelate risponde alla ricerca di connessioni che le neuroscienze evidenziano come connaturate alla nostra mente.

Ovviamente lavorare in questo modo presuppone un’organizzazione della classe per gruppi di ricerca.
Con gli strumenti attuali si possono organizzare materiali importanti e non nozionistici: riattivando un’impresa collettiva.
Se i mezzi e gli strumenti cambiano, non per questo viene meno la necessità di formare competenze di classificazione e organizzazione della realtà.
Ogni gruppo umano dedica una quantità delle proprie conoscenze all’organizzazione di repertori per la descrizione del mondo circostante. Le denominazioni assegnate ai diversi componenti del mondo biologico, fisico, antropico rappresentano il progetto conoscitivo di quel gruppo, di quella cultura. Noi possiamo con i ragazzi lavorare alla categorizzazione degli aspetti più rilevanti che via via vengono affrontati, così da non cadere in una forma di memorizzazione che avrà corta durata e facilmente si tradurrà in stereotipi (es.: ancora oggi in testi di geografia per la scuola secondaria di primo grado si parla di paesi ‘sottosviluppati’ e paesi ‘sviluppati’, in una realtà mondiale sempre più complessa in cui povertà e sviluppo, staticità e dinamismo sono presenti all’interno di ogni paese) ma di consentire loro di sentirsi partecipi della costruzione culturale. E questo è possibile se gli strumenti a disposizione rispecchiano le caratteristiche della significatività, dell’aggancio con l’esperienza, di un linguaggio non astratto.

Bibliografia

Nicolli S. (a cura di) ‘Narrare la scuola. Insegnanti riflessivi e documentazione didattica’ Asterios, Trieste, 2018
Cardona G.R., ‘La foresta di piume. manuale di etnoscienza’, Laterza, Bari, 1985
Lévy P., Authier M., ‘Gli alberi delle conoscenze. Educazione e gestione dinamica delle conoscenze Feltrinelli, Milano, 2000
Barré M., ‘L’aventure documentaire’, Casterman, Paris, 1984

What do you want to do ?

New mail