Il voto, il sapore ammuffito della valutazione di altri tempi

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arcobalenodi Cinzia Mion

Onorevole Ministra, sono una dirigente scolastica in quiescenza ma non quiescente, molto anziana , diciamo a forte rischio di coronavirus ma non così lenta nei riflessi da non aver colto, in una sua recente intervista alla stampa, delle frasi che mi hanno riportato il sapore molto antico e quasi ammuffito di una concezione della valutazione scolastica veramente d’altri tempi.
Naturalmente sono convinta che le parole in questione le siano sfuggite, sappiamo cosa succede quando siamo pressati dai giornalisti…
Le frasi sono quelle che si riferiscono alla promozione per tutti ma alle pagelle che saranno” vere: se lo studente “merita” 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5.. alla fine tutti avranno un voto.
Chi risulta insufficiente recupererà l’anno prossimo…(qualcuno riferisce anche se un allievo non è stato presente potrebbe prendere anche 4, ma io non l’ho sentito, spero non sia vero)

Credo fermamente che nella confusione della pandemia le sia sfuggito che già la docimologia (scienza della misurazione) negli anni 60/70 aveva stabilito che i voti numerici su scala decimale sono soggettivi ed arbitrari perché applicati come se fossero unità di una scala perfetta, con differenze tra un voto ed un altro di una misura perfettamente uguale…., e noi sappiamo tutti che non è così, inoltre li applichiamo come se stessimo misurando e non valutando. Discorsi scontati. Scontati?

Ma non voglio riprendere la vecchia tiritera, ormai, della lotta al voto per tutti i sacrosanti motivi che ormai tutte le persone di scuola conoscono bene (quante volte l’abbiamo predicato, recentemente un webinar con 3.000 partecipanti) ma le disposizioni legislative continuano a richiederlo almeno come risultato quadrimestrale e finale, e moltissimi docenti continuano ad applicarlo per inerzia, sottomissione, rigidità, incapacità ad usare altre modalità, mancanza del cosiddetto carisma professionale, uso del voto come spauracchio, non conoscenza della valutazione formativa, rifiuto della fatica di osservare, annotare, sfrucugliare dentro al processo di insegnamento-apprendimento dove si annidano le lacune, di quale tipologia sono, (strutturali o elementari?)…Figuriamoci se non si è capito finora….se si capirà ora…
Ma invece questa è forse la volta buona ed allora insieme a Lei , mi perdoni, desidero fare un ragionamento semplice semplice: ”Se si ammette all’anno successivo, in altri termini “si promuove” , un ragazzino – uno studente come dice lei – che riporta un voto insufficiente, quando si deve riprendere a settembre, ed attivare il recupero delle lacune (il docente titolare oppure un altro docente, perché sappiamo tutti che la continuità non può essere garantita) cosa si è venuti a sapere o a ricordare rispetto a quali sono le smagliature che devono essere rimagliate? Se davanti si para un numero che al massimo offre la possibilità di attivare una “classifica” tra tutti gli appartenenti alla classe – che così non viene più considerata una “comunità di apprendimento”, allora diventa difficile avviare un recupero puntuale, significativo, azzeccato e tempestivo .
La classifica è inutile sempre perché non siamo ad un concorso, e ridicola al tempo del coronavirus che almeno in questo potrebbe comportare un ridimensionamento delle competizioni inutili e dannose, e rimettere un po’ a posto i valori che contano, mettendo in ombra quelli che possiamo tralasciare.

La classifica aveva un senso quando si scremavano le eccellenze, ai tempi della scuola elitaria, cara Ministra, che discendeva dalla riforma Gentile, ma poi , come senz’altro saprà, abbiamo avuto la scuola di massa (1962 ,con la scuola media unica), poi la scuola dell’integrazione (L517/77 che ha introdotto la famosa Valutazione formativa, ahimè negletta e trascurata) che Lei , onorevole Ministra, sponsorizzando il voto , aiuta a svalutare e mettere in ombra. Naturalmente sono certa che lo fa in buona fede. Lei conosce la realtà dei voti e di questi parla…
Ma non ho finito, oggi la scuola è diventata dell’inclusione, dove ogni docente, Dirigente, personale non docente, genitore, EELL, Associazione professionale del territorio deve costruire reti di relazioni fiduciarie per far raggiungere il “successo formativo” a tutti i soggetti (regolamento Autonomia).
Qui il discorso diventerebbe troppo tecnico e lungo e penso che Lei sia presa da compiti urgenti e difficilissimi da gestire per cui chiudo, sperando però che abbia colto il significato di questa lettera semplice ed accorata, di una vecchia, ma non ammuffita , persona di scuola e che non sottovaluti il rischio di aumentare il numero già alto dei dispersi (caduti fuori dal contenitore scuola), alla vista di un voto negativo, secco, coma una scudisciata.

Con fiducia