Nativi e migranti artificiali

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di Marco Guastavigna

Avendo dato poco più di un’occhiata a  ChatGPT e avendovi identificato non solo l’intelligenza artificiale generativa, ma l’intera intelligenza artificiale, vi è già chi pontifica senza pudore sulla assoluta necessità di modificare i compiti a casa: “è la fine delle assegnazioni compilative!”. Compito degli insegnanti? Prendere atto e adeguarsi.

L’arrogante superficialità di queste affermazioni è nella fattispecie davvero grottesca, perché una più approfondita esplorazione dei dispositivi esistenti avrebbe rivelato la disponibilità di almeno uno spazio di lavoro destinato – udite, udite! – a fornire agli insegnanti suggerimenti su come rendere le assegnazioni di compiti “resistenti all’IA”. Siamo di fronte a uno dei molti moduli compresi in MagicSchool, a cui abbiamo per altro già accennato.
Non è affatto scontato che realizzi quel che promette, ma è bene provarlo e riprovarlo prima di esprimere un giudizio.

La logica complessiva dell’ambiente – dichiarata – è fornire ai docenti dispositivi per ridurre il carico di lavoro professionale. Testimoniano questa impostazione moduli comePiano di lezione secondo il modello 5E”, “Domande personalizzate di lettura SAT” , “Test di pratica di lettura SAT e vari altri, anche se connotati in modo più generico. L’insieme è palesemente destinato all’istruzione con logistica statunitense.

Da qualche settimana la piattaforma ha aperto uno spazio destinato agli studenti, MagicStudent, a sua volta composto di moduli.
La schermata seguente non li riporta tutti, ma è sufficiente a farsi un’idea:

MagicSchool prevede periodi di prova free e acquisizioni di licenze individuali o istituzionali.
Lo schema operativo attualmente attivo è il seguente:

  • Il docente ha una sua zona dove definisce uno spazio-classe (room) e sceglie i moduli di assistenza mediante AI che gli studenti saranno chiamati a utilizzarvi;
  • La piattaforma indica in più modi l’indirizzo di accesso allo spazio così definito;
  • Il docente fornisce l’indirizzo di accesso agli studenti;
  • Contestualmente, o in altri momenti, precedenti o successivi, il docente assegna agli studenti attività più o meno guidate da svolgere una volta entrati nello spazio;
  • Il docente dispone di un accesso particolare, che gli consente di visualizzare sia l’insieme delle attività del gruppo, sia il lavoro di ciascun singolo studente.

Lo schema di lavoro è per altro molto simile a quello di altre piattaforme con vocazione didattica, come per esempio Edpuzzle. In particolare, l’ingresso degli studenti è autorizzato con il codice ricevuto dall’insegnante e prevede che ciascuno si identifichi con precisione, ma non richiede alcuna acquisizione di nome utente e password. Da questo punto di vista, prefigura una situazione ben definita e gestibile con semplicità.

Restano però varie perplessità. Trascurando – per ora  – i dubbi di carattere generale, ne voglio esplicitare due molto specifici.

Il primo riguarda il fatto che il singolo studente può vedere solo il proprio lavoro, ed è quindi sollecitato e spinto a una fruizione individuale e individualistica dei percorsi di apprendimento.
Il secondo riguarda i compiti da svolgere con l’aiuto dell’IA: non sono per nulla certo che sia possibile assegnare attività davvero significative sul piano dell’apprendimento, nonostante il docente possa, come detto prima, venir aiutato a resistere alle chatbot e disporre inoltre nel proprio spazio di un modulo il cui compito è fornire “idee su come utilizzare gli strumenti MagicStudent nelle attività e nei compiti degli studenti”.