Riapertura scuole, fra promesse non mantenute ed errori più o meno gravi

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di Raimondo Giunta

Una volta che al buon senso non si è dato retta, a settembre ci si sta trovando in più di un pasticcio con i problemi della scuola.

 

 

1) Promettere dopo quello che si è passato in primavera un rientro normale a scuola era e resta un pio desiderio.

2) La riapertura delle scuole nei primi giorni di settembre, rispettando le nuove norme di sicurezza, richiedeva un intervento sollecito e imperioso non solo del Governo, ma anche delle Regioni, di quel che resta delle vecchie Province e dei Comuni,
ai quali spetta da sempre garantire un sistema di trasporti locali funzionale alle esigenze della scuola e fornire locali idonei e arredi.
Non mi pare che gli enti locali abbiano fatto per intero il loro dovere.
Si può anzi dire che in tanti l’hanno presa comoda per mettere nei guai il governo.

3) Per avere il personale scolastico aggiuntivo, di cui da tempo si è evidenziata la necessità per ridurre il numero degli alunni per classe, misura obbligata per garantire il distanziamento, occorreva un dispositivo di spesa che consentisse nuove assunzioni (stabili e/o temporanee), ma anche la determinazione estiva scuola per scuola dell’organico di fatto, congruo con i nuovi obblighi da ottemperare.
Compito questo dei dirigenti scolastici e degli Uffici Scolastici Regionali, che devono avallare numeri e motivazioni.
Le risorse aggiuntive sono state deliberate.
Le richieste di nuovo personale sono state inoltrate?
Sono state accolte?

4) Il personale scolastico necessario per colmare i vuoti lasciati da quelli che sono andati in pensione e hanno avuto il trasferimento e quelli creati dalle norme di contrasto al coronavirus pare che ammonti a molto più di centomila unità, nella migliore delle ipotesi.
Per reperirlo subito si sarebbe potuto attingere alle vecchie graduatorie per supplenze e nominare gli insegnanti fino all’arrivo degli aventi diritto ,come sempre si è fatto e invece con nota del 5 Settembre si dichiara che sono tutte “caducate”.
Le scuole devono utilizzare le nuove, anche se con molti errori.
E’ questo il modo giusto per rispettare le centinaia e centinaia di migliaia di laureati e di diplomati che hanno fatto richiesta di essere inclusi nelle graduatorie?

5) Trovare milioni di banchi monoposto nei mesi estivi era ed è impresa titanica, se non altro perchè le ditte in grado di produrli, avrebbero dovuto avere in magazzino il materiale indispensabile.
E’ normale amministrazione aziendale, come si sa, ridurre i costi di magazzino…Farne polemica è da sciacalli di professione;

6) Che si sarebbe fatto cagnara sui ritardi per la riapertura era facile previsione, perchè la posta in gioco per certe formazioni politiche e per tanti organi di stampa era ed è la credibilità del Governo, non il buon funzionamento delle scuole;

7) Il Governo ha fatto l’errore grave di non anticipare le elezioni come il buon senso richiedeva e di stabilire la riapertura delle scuole successivamente a questo evento politico.
Con  la pandemia ancora in corso ritardare l’inizio delle lezioni non sarebbe stata una tragedia e nemmeno tanto difficile spiegarlo.
Per avere i fatidici 200 giorni di lezioni basta posticiparne il termine.
Una volta si imparava tanto con una scuola che cominciava il 1° ottobre e con gli Esami di Stato che avevano inizio il 1° luglio.
Non per nostalgia, ma per ragionevole uso della prudenza e della saggezza.