Era stata ampiamente annunciata ed è alfine giunta.
Parliamo della circolare ministeriale n. 0003392 del 16 giugno 2025 con cui “facendo seguito alla nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024, riguardante il primo ciclo di istruzione, si dispone anche per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo del telefono cellulare durante lo svolgimento dell’attività didattica e più in generale in orario scolastico”.
La circolare cita a supporto della decisione 3 studi ed una propostaContinua a leggere→
Il Ministro dell’Istruzione Valditara e tutta la macchina burocratica del Ministero dell’istruzione e del Merito da oltre un anno si sono orientati verso la disintermediazione nei rapporti istituzionali con le scuole autonome.
Come si sa l’autonomia scolastica – almeno a parole – non si può toccare, visto che è diventata di rango istituzionale con la modifica attuata attraverso la legge n° 3 del 2001, confermata da un referendum popolare. Ma nei fatti il MIM ha deciso che non sono più le scuole a dover intermediare con studenti e famiglie, ma che ci deve essere una disintermediazione ministeriale per raggiungere le famiglie e l’opinione pubblica senza che le scuole possano dire nulla. Fino ad oggi questa disintermediazione è stata effettuata tramite comunicati stampa, post sui social, dichiarazioni su scenari futuri. A gennaio c’è stata anche una lettera del Direttore generale degli Ordinamenti Carmela Palumbo ai Dirigenti scolastici per favorire le iscrizioni al 4+2, cioè ad una sola delle molte opzioni presenti nelle Scuole superiori. Anche la partita delle Nuove Indicazioni 2025 è stata giocata tutta a livello social e mediatico, soprattutto attraverso personaggi come Ernesto Galli della Loggia che hanno veicolato le idee palesemente di destra che hanno fatto da motore ideologico di Indicazioni Nazionali di stampo sovranista.
Ma da ieri c’è stato un salto di qualità: la pubblicizzazione dello strampalato Piano Estate 2025, cioè di iniziative para-scolastiche che dovrebbero coinvolgere anche Enti locali e Terzo Settore per l’estate e anche oltre, è stato accompagnato da un’intemerata comunicazione diretta ai genitori, prima che ai dirigenti scolatici, attraverso i registri elettronici. Continua a leggere→
Molti, nei giorni scorsi, si sono stupiti. Altri sono ricorsi a parole fortissime – e di pura maniera – come Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Regione Veneto che ha commentato: «Immagini che fanno gelare il sangue nelle vene», altri ancora, come l’europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint che già si distinse per aver osteggiato in tutti i modi la libertà di culto a Monfalcone, hanno tuonato che «Qui non si parla di educazione ma di fondamentalismo bello e buono con un Imam che non ha perso l’occasione di catechizzare i giovani alunni».
In una recente – e molto interessante –intervista a Il Giornale (20 aprile 2025) il ministro Valditara risponde a Fabrizio De Feo sul tema dell’occidente e della sua definizione. L’occasione è il riferimento fatto dalla Presidente del Consiglio Meloni nel corso dell’incontro con il Presidente Trump alla necessità di rendere grande di nuovo l’occidente.
Le risposte di Valditara, nella loro esplicita chiarezza, rendono possibile ricostruire la concatenazione di ragionamenti che stanno alla base della dichiarata grandezza dell’occidente e della necessità di renderlo di nuovo grande.
I passaggi del ragionamento di Valditara
Questo il percorso che mi pare compiere il ministro:
Definire un occidente ideale inserendo nella definizione una serie di valori e prassi su cui è difficile non essere concordi: “innanzitutto un sistema di valori fondati sull’idea di democrazia, sulle libertà individuali, sullo stato di diritto, sulla laicità dello Stato”. Poi Valditara aggiunge anche “Buona fede, humanitas, equità”.
Definire universali i valori di questo occidente.
Rendere indefiniti i confini di questo occidente ideale visto che si tratta non tanto di “una collocazione geografica, quanto di una comunità di nazioni che si riconoscono negli stessi valori che sono valori universali”. Detta così chiunque può far parte dell’Occidente e moltissimi già ne fanno parte essendo ricollegati alle radici stesse dell’occidente (vedi punto 4). Mi chiedo tuttavia, come una sorta di prova del 9, dove stia ad esempio di casa Putin in questo ragionamento.
Esplicitare la genealogia di questo occidente ideale lungo la linea storica costituita da Atene, Gerusalemme, Roma.
Espungere dalla storia dell’occidente tutto ciò che non si accorda con la definizione dell’occidente ideale sopra descritto indicandolo come estraneo all’occidente stesso (ad esempio Hitler, le dittature, i totalitarismi).
Utilizzare il concetto di occidente così ricavato per metterlo alla base della nuova visione della scuola per almeno due aspetti
“rimettere al centro la storia dell’Occidente”: gli altri popoli e le altre culture appaiono al mondo e sono resi visibili e nominabili solo a partire dal loro incontro con l’occidente (l’oriente con Alessandro Magno, la Cina con Marco Polo, gli aztechi con Cristoforo Colombo, ecc.)
definire il rapporto con le culture altre presenti nelle scuole italiane (integrazione degli stranieri).
Ieri 3 aprile ad Assisi – come spiega un comunicato dello stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito – il ministro Valditara ha commentato l’approvazione unanime della VII Commissione della Camera della risoluzione Latini, che impegna le scuole italiane a promuovere percorsi di approfondimento sul Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, trasmettendone i valori universali alle nuove generazioni definendolo
“Un passo concreto verso un’istruzione che riscopre le radici della nostra storia e che forma cittadini consapevoli.” Ed ha aggiunto: “Nell’anno dell’Ottavo Centenario dalla sua composizione, il Cantico torna protagonista nelle scuole. È una pietra miliare della nostra letteratura e reca un messaggio straordinariamente attuale. San Francesco ci insegna a guardare il mondo con gratitudine e rispetto, riconoscendo nella natura un dono prezioso di cui prenderci cura”.
Scrivo qui di seguito piccolissime note a margine.
Sono davvero felice che anche il Ministero avvii percorsi collegati al Cantico delle creature di san Francesco. Da anni, ad esempio, le scuole di pace, propongono dal 2019 un importante percorso didattico (Sui passi di Francesco) che si fonda proprio sulla cura del creato e sulle relazioni di pace. Dal nostro punto di vista il Cantico è sempre stato protagonista, come da sempre è inserito nelle antologie scolastiche Continua a leggere→
L’intervista del Giornale del 15 gennaio 2025 al Ministro Valditara sulle nuove indicazioni nazionali ha generato molto scalpore e molto “dibattito” (e me, personalmente, il morettiano “No! Il dibattito no!!!” del 1976)
Quelle che seguono sono noterelle a margine, e come tali provvisorie e forse persino illusorie, unite ad una riflessione sul metodo.
Indicazioni nazionali o ritorno ai Programmi?
Nella scuola italiana le “indicazioni nazionali” da decenni hanno sostituto i programmi ministeriali (ovvero il preciso elenco degli argomenti da svolgere nel corso delle attività didattiche). Ciò trova il suo punto di avvio nella riforma dell’autonomia scolastica ( DPR 275/1999 e in particolare nell’art. 8 – definizione dei curricoli – e nell’art. 4 – Autonomia organizzativa).
Il dpr 275/99 – che è ancora legge dello stato – ricorda – al citato art. 8 – quali sono i compiti del ministero nella elaborazione delle “indicazioni nazionali”.
Rileggiamo con attenzione Continua a leggere→
A settembre 2024 avevo scritto per Gessetti Colorati un ampio commento sulle Linee Guida sull’educazione Civica pubblicate proprio in quei giorni dal Ministero dell’istruzione. Chiudevo quel pezzo con una sarcastica sintesi calcistica: Patria – Pace 5 a 0.
Aggiungevo inoltre una riflessione sul fatto che patriottismo e Patria si devono intendere in modo decisamente diverso da come sono presentate dalle linee guida e ricordavo come il sacro dovere di difendere la Patria (art. 52 della Costituzione) non può certo essere letto in chiave solo militare. Al punto che la Corte Costituzionale, pronunciandosi sul Servizio Civile Nazionale, ha chiarito che tale scelta volontaria “costituisce adempimento del dovere costituzionale di solidarietà” (art. 2 Cost,) nonché del dovere di concorrere al progresso materiale e spirituale della società (art. 2 co. II) , ben potendo il dovere costituzionale di difesa della Patria adempiersi anche attraverso comportamenti di tipo volontario” (si vedano le sentenze n. 164del 6 maggio 1985 e 228 del 6 aprile 2004). Continua a leggere→
Composizione geometrica di Gabriella Romano[/caption]
di Stefano Stefanel & Aluisi TosoliniAnche quest’anno, come ormai accade da una decina d’anni, per alcuni giorni dell’autunno le cronache giornalistiche e i social saranno avvolti dai risultati di Eduscopio, il centro di ricerche finanziato dalla Fondazione Agnelli che fa le classifiche delle scuole superiori. Eduscopio agisce in regime di monopolio, perché il Ministero nelle sue varie denominazioni (Pubblica Istruzione, Istruzione, Istruzione Università e Ricerca, Istruzione e Merito) si rifiuta di mettere i dati a regime e di pubblicarli ufficialmente facendo solo trapelare dati parziali dentro indicazioni generali sempre molto controverse (combattere la dispersione ed essere più rigorosi nel bocciare, fornire educazione e formazione e punire il più possibile, insegnare il cognitivo e progettare il metacognitivo) e lasciando, quindi, ad Eduscopio il monopolio dell’informazione sull’orientamento post diploma della Scuola superiore.
La ricerca di Eduscopio è condotta in modo rigoroso, ma parte da un punto di vista settoriale e dunque analizza solo una parte del sistema scolastico. Continua a leggere→
Pubblicate il 7.09.2024 con Decreto Ministeriale n. 183 le linee guida per l’educazione civica sostituiscono le Linee guida adottate in via di prima applicazione con decreto ministeriale 22 giugno 2020, n. 35.
Occorre inoltre precisare che il testo della legge 92/2019 è stato nel frattempo in parte modificato, in particolare agli art. 1 e 3, dalla legge n. 21 del 5 marzo 2024. La legge 21/2024 ha infatti inserito diverse novità che possono essere meglio apprezzate analizzando il testo degli articoli 1 e 3 attualmente in vigore dove le modifiche frutto della legge 21/2024 sono indicate con testo rosso
«Art. 1 (Principi). – 1. L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale, economica e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute, al benessere della persona al risparmio e all’investimento, all’educazione finanziaria e assicurativa e alla pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro, alle nuove forme di economia e finanza sostenibile e alla cultura d’impresa». Continua a leggere→
di Aluisi Tosolini
Mettere mano agli indirizzi generali di un sistema educativo è sempre questione complessa che richiede moltissima attenzione e cura. Spesso si tratta, infatti, di dar corpo a documenti che segnano la cultura di un paese per decenni. E che per definizione vengono in genere affidati ad altissime e riconosciute personalità.
Per fare solo un esempio, pochi sanno che il concetto di post-moderno che ha segnato decenni della cultura contemporanea si deve all’opera di Jean-François Lyotard che nel 1979 pubblicò il volume La conditione postmoderne. Rapport sur le savoir che gli fu commissionato dal Canada in vista della revisione del proprio curricolo di studi. Lo stesso accadde con Edgar Morin e il volume I sette saperi necessari all’educazione del futuro, commissionato dall’Unesco.
Per questo quando in Italia sento parlare di “revisione delle indicazioni nazionali” mi vengono i sudori freddi, soprattutto se le persone di cui si parla come componenti del gruppo incaricato di procedere alla revisione non brillano certo per essere personalità di altissimo ed indiscusso livello intellettuale e culturale. Continua a leggere→