di Ivana Summa
Louis Althusser, intellettuale francese militante nella resistenza al nazismo, nel 1970 pubblicò il famoso saggio “Ideologia e apparati ideologici di stato” che all’epoca ebbe una grande risonanza perché si discostava dal pensiero marxiano classico che vedeva soltanto nelle strutture repressive i dispositivi di funzionamento dello stato. Sulla scia del nostro Antonio Gramsci e delle sue riflessioni sull’egemonia intellettuale, nel saggio si afferma, con robuste argomentazioni, che lo stato funziona anche grazie ad organi che sono “apparati ideologici di stato”. Tra questi, ovviamente, la scuola e tutti i mezzi di informazione, la cui potenza e pervasività, entrambe incontrollabili, negli anni ’70, non poteva neanche essere immaginata. Nell’ideologia sovranista ormai dominante, la scuola e i media rappresentano le chiavi di accesso per realizzare una vera e propria sostituzione culturale che vede nella narrazione dell’identità nazionale italiana, con salde radici nella superiore cultura occidentale, il mantra necessario da diffondere in modo continuo e sistematico, in modo da essere interiorizzato.
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