Il valore educativo della Resistenza oggi
La partecipazione della nostra Associazione, negli ultimi anni, agli eventi organizzati da varie realtà ed associazioni e dall’Istituto di Studi storici Fornara, alle riflessioni a Domodossola in occasione dell’80 esimo della repubblica dell’Ossola e successivamente la introduzione fatta a Fondo Toce, luogo di massacro di 42 partigiani, presso la Casa della Resistenza ad una giornata di dibattito su “Una scuola di democrazia”, dedicata alla pedagogia della Resistenza, ci fanno riflettere, visti i tempi (Gaza, Ucraina, degrado delle democrazie e formazione di autocrazie, violazione di diritti in genere e dei diritti umani, compreso il diritto di parola o di manifestazione previsti dalla nostra Costituzione) sul valore formativo della Resistenza, dei suoi esempi e sul suo rapporto con la scuola.
Le proposte di vietare per legge sia l’uso di termini (genocidio, antisemitismo, dimenticando che i palestinesi sono anche loro semiti), sia le manifestazioni pubbliche a questi legati, sono di questi giorni e ci inducono a confrontarci sui modelli di democrazia, sullo stato di salute dei diritti e sull’atteggiamento anche personale che dovremmo avere nei confronti delle varie forme di abusi e violazioni. Oltre che sullo stato di salute della eredità che i nostri nonni o genitori ci hanno lasciato da completare, a costo di sacrifici personali e della loro stessa vita.
Il tema può essere sviluppato in diversi modi:
- Il contributo dato, durante e dopo la Resistenza, alla riflessione ed alle idee sulla riforma della scuola fascista. Si veda ad esempio il progetto di riforma della scuola elaborato da importanti esperti nei soli 42 giorni della Repubblica Partigiana. Oppure il progetto di scuola proposto nel dopoguerra dal maggiore Usa Carleton Washburne allievo di Dewey.
- Le esperienze dei partigiani – maestri nel dopoguerra (Ciari, Lodi, Petter) o delle partigiane – maestre (Guadagnucci e Zoebeli tra le prime).
- Le esperienze di scuola attuate da appartenenti alla Resistenza o a favore di ex partigiani, tra cui i “Convitti della Rinascita”.
- Il contributo educativo che le scelte e gli atteggiamenti dei partigiani possono dare ai giovani rispetto ai problemi legati alla attualità: crisi della democrazia, violazione dei diritti umani, terza guerra mondiale (Papa Francesco) non solo più guerra dei dazi, ma scontro Russia/Europa; il bullismo politico a livello mondiale di pochi personaggi potenti e collegati al potere capitalistico digitale ed a quello militare, il disprezzo dei diritti internazionali e delle organizzazioni che dovrebbero farli rispettare. Si vedano per esempio le minacce ed il disprezzo di Trump per l’ONU, per la Corte Penale Internazionale, per l’UE colpevole di voler far pagare le tasse agli oligopolisti digitali USA.
La aggressione della Ucraina prima, gli avvenimenti del 7 ottobre 2023 ed il conseguente genocidio dei palestinesi (civili, donne, bambini) poi hanno provocato nella opinione pubblica o almeno in parte di essa, una presa di posizione talora rischiosa anche a livello personale (ad es. Flotilla e le numerose ed affollate manifestazioni in cui non sono mancati i collegamenti con associazioni partigiane ed antifasciste), reazione che ha dimostrato un risveglio della società civile parsa dormiente a lungo e fuori dalla politica. Soprattutto si è svegliato, in epoca di egocentrismo e di ideologia individualista proposta anche alla scuola, il ricordo della assunzione di responsabilità personali da parte delle generazioni da cui è nata la Costituzione e la democrazia col suo equilibrio di diritti, doveri, tenuti insieme dal principio della solidarietà.
La rubrica che la nostra associazione propone è dedicata a questi temi.
- Cominciamo con il rinvio, per una analisi del rapporto tra la situazione attuale, le sue caratteristiche inedite e l’insegnamento che deriva dalla Resistenza, alla relazione introduttiva di Rodolfo Marchisio al convegno di Fondo Toce.
Sarà attualizzata ma può esser un punto di partenza speriamo utile. - Segue un contributo di Elena Mastretta direttrice scientifica dell’Istituto Fornara di Studi storici sulla Resistenza di Novara sull’opera di Guido Petter e sui suoi libri dedicati ai ragazzi.
- Un contributo di Maria Grazia Alemanni sulle esperienze delle maestre A. Guadagnucci e M. Zoebeli nel primo dopoguerra (1946)
- Una riflessione sui Convitti della Rinascita
- Una testimonianza di Guido Petter e Angela Persici pubblicata dall’Istituto per la Pedagogia della Resistenza di Milano
- Una breve biografia di Guido Petter curata Giancarlo Cavinato
- L’esperienza dei Convitti della Rinascita di Antonio Bettoni
- Seguiranno contributi di altri esperti.
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